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Pink Floyd, Machan Taylor su La Sicilia: il grazie di Andrea Zanti

Di Redazione |

Una foto con in mano una copia del quotidiano La Sicilia. In questo modo Andrea Zanti, chitarrista dei Pink’s One, ha inteso dire grazie per la pagina dedicata a Machan Taylor, la cantante dei Pink Floyd che si è esibita con loro. Di seguito l’articolo di Leonardo Lodato.

Se hai visto i Pink Floyd suonare dal vivo, se hai tutti i loro dischi, se sie un fan sfegatato, non resta che stare al gioco e rimettere in ordine i pezzi di un puzzle, jigsaw pieces scombinati a effetto dai tre “Pinks” originali (e originari). E allora, visti i concerti di Roger Waters con il suo intramontabile “Wall”; estasiati dalla semplicità di David Gilmour (ma, come si sa, nel facile si nasconde sempre il difficile), colpiti al cuore dalla nostalgia di Nick Mason e di quel suo ripescare in un passato che odora di Barrett, ci si mettono anche i componenti “saltuari”, i cosiddetti turnisti (in questo caso soprattutto women) a far sì che il puzzle torni completo dei suoi pezzi. Lo ha fatto Durga McBroom, lo fa anche Machan Taylor che, ancora una volta, su invito dei Pink’s One, è tornata nella “sua” Sicilia per esibirsi insieme ad una tra le più apprezzate tribute band dei Pink Floyd. Quattro date, a cavallo di Ferragosto, partendo da Noto per passare da Marina di Modica e Casuzze, per concludersi a Nicolosi, dove si è consumata una festa, prima sul palco, poi nel backstage, da “ultimo giorno di scuola”. Lei, Machan, tutto tranne che “star”, sta al gioco, si diverte insieme ai suoi compagni di viaggio, li stimola a dare il meglio. Sgrana i suoi occhioni, si muove sinuosa, tira fuori una voce da pantera che, se chiudi un attimo gli occhi, la immagini ancora al fianco di Gilmour & company. E che questo non sminuisca il lavoro dei Pink’s One, bravi, anzi bravissimi, nell’esecuzione, nel mettere il cuore davanti alla tecnica (che c’è, eccome!), e a non subire il carattere della guest star che catalizza inesorabilmente l’attenzione del pubblico, anzi, offrendole l’assist per farla sentire sempre di più parte integrante di un progetto che, nel 2020, compirà vent’anni.

Machan, negli anni Settanta, Janis Joplin, diceva che ogni volta che saliva sul palco, faceva l’amore con 25mila persone ma tornava a casa da sola. I Pink Floyd, per spiegare alle loro coriste come “affrontare” l’assolo di “The Great Gig In The Sky”, dicevano che bisognava simulare un orgasmo. In queste quattro serate, lei ha fatto l’amore con tanti fans siciliani…

Ride Machan Taylor. Ride di cuore e agita il bicchiere di vino che tiene in mano, e che Marco Guastella (manager e, a Nicolosi, anche scatenato percussionista sulle note di “Run To Hell”) si cura di non lasciare mai vuoto, per brindare all’ultima data di questo breve ma intensissimo tour. «È vero – dice la cantante ridendo ancora – diciamo che, perlomeno, ci ho provato…».

Battute a parte, “The Great Gig In The Sky” per una vocalist rappresenta sempre un esame, il momento più delicato nell’intera performance pinkfloydiana. Come ci si prepara ad affrontare un brano del genere?

«Innanzitutto, mi prendo cura della mia voce in maniera costante. Poi, Quando mi trovo davanti al microfono, cerco di lasciarmi andare, di arrendermi al mio cuore».

Oltre a fare la cantante sei anche un’insegnante. E’ questo che trasmetti ai tuoi allievi?

«A loro cerco di spiegare sempre che per prima cosa bisogna lavorare sull’aspetto tecnico, entrare in sintonia con il proprio respiro, capire la meccanica della voce, la risonanza, l’utilizzazione del diaframma. Entrare nei meccanismi per capire come lavora e va utilizzata la macchina del corpo umano. Questa è la prima cosa che insegno ai miei studenti. Poi, ovviamente, bisogna metterci il cuore e la passione. In una performance, qualche volta, capita di essere stanchi e di non sentirsi al massimo per potere affrontare la situazione, è lì che deve prendere il sopravvento la parte emozionale che compensa ed elimina tutto il gap che ha lasciato indietro la parte tecnica perché si era stanchi. La parte emozionale, in questo caso, colma la misura».

Come hanno sottolineato i tuoi compagni d’avventura sul palco, Machan Taylor non è stata soltanto la corista dei Pink Floyd, in questo caso ci riferiamo al tour di “The Delicate Sound Of Thunder”, ma un’artista che si è misurata con gente del calibro di Michael Jackson, George Benson e Aretha Franklin, solo per citare qualche nome. Di solito, gli artisti, più sono importanti più sono umili. Qual è stato, per esempio, il tuo rapporto con i Pink Floyd?

«Bellissimo, ho fatto con loro il miglior tour della mia carriera. David Gilmour, Nick Mason e Richard Wright sono stati davvero meravigliosi. Dal 1987 al 1988 ogni giorno trascorso in tour con loro era una grande festa. Certo, c’è da dire che ero molto più giovane…».

Questo però non toglie che, forse, sentirsi definire ancora oggi l’ex corista dei Pink Floyd è un po’ riduttivo.

«No, per niente. Per me è un onore perché, comunque, mi sento di essere stata parte della storia dei Pink Floyd. Oggi, però, mi piace sottolineare che la mia priorità sono loro, i Pink’s One, anche se non sono mai stata molto attratta dalle tribute band. Mi sono esibita una volta in Texas e una a Brescia. Poi, ho lavorato solo con i Pink’s One e non mi interessa altro. Sono venuta in Sicilia e vengo sempre volentieri perché i Pink’s, per me, ormai, sono amici».

Sicuro che vieni in Sicilia soltanto per loro?«Sì, certo, ma di questa terra devo dire che mi piace tantissimo il cibo, e poi si fa sempre festa, si ride e ci si diverte insieme a tutte queste persone che, ormai, nel corso degli anni, sono diventati una vera e propria famiglia».

Del futuro, a bocce ferme, parliamo con Andrea Zanti, chitarrista dei Pink’s One.Andrea, adesso si brinda. E da domani?«E’ il momento dei saluti. Da domani Machan ci mancherà come l’aria, piangeremo salutandola perché si è creato un rapporto umano bellissimo».

E nel frattempo, cosa state pianificando?«Stiamo cercando di coinvolgere nel nostro progetto altri turnisti che hanno lavorato con i Pink Floyd».Questo non significa che Machan Taylor non tornerà più in Sicilia. Lo ha detto al pubblico, lo ha promesso. E dalla risposta dei fans, è davvero difficile non credere che la rivedremo presto sul palco con voi.«Sicuramente. Con lei abbiamo suonato già nel 2014 e nel 2018. Adesso vorremmo azzardare a qualcosa di più, concentrarci su pochissime piazze ma più grandi. Ci piacerebbe suonare a Zafferana o, perché no, anche a Taormina».Il messaggio è lanciato. L’ultimo sguardo e un saluto a Machan, ringraziandola per la serata e per la disponibilità, con quella frase di circostanza che sa molto di David Gilmour: thank you very much indeed…COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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