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Vanina-Giusy Buscemi racconta la sua Catania “allegra, vivace, che non dorme mai”: «Ma per arrivare a casa mia ci vogliono 4 ore»

Intervista con l'attrice siciliana protagonista della serie tv che debutta oggi in prima serata su Canale 5

Di Ombretta Grasso |

Leonessa tormentata, innamorata del cinema in bianco e nero e del buon cibo, “ruvida” e umanissima, Vanina Guarrasi, poliziotta palermitana trapiantata sotto l’Etna – nel derby infinito Palermo-Catania, anime opposte e complementari di sicilitudine – è la protagonista della serie tv che debutta oggi in prima serata su Canale 5, “Vanina. Un vicequestore a Catania”, tratta dai best seller di Cristina Cassar Scalia (editi da Einaudi), macedonia riuscita di azione, sentimenti e Sicilia.

Grandi occhi verdi, magra e sorridente, Giusy Buscemi – siciliana di Menfi, Miss Italia nel 2012 – la interpreta sul piccolo schermo con la regia di Davide Marengo.

La sua Vanina, racconta, «si muove tra due fuochi: da una parte ha la “leggerezza” della giovinezza, dall’altra una ferita che ha segnato tutta la sua vita, la perdita del padre ucciso sotto i suoi occhi dalla mafia. E’ un’istintiva che sa sempre cosa fare sul lavoro, mentre la vita personale è un caos, è in fuga dal passato e da se stessa. Scappa dall’amore della sua vita, il magistrato della Dda Paolo Malfitano. Pensa di essere un disastro, ma è solo paura, l’amore comporta dei rischi e non vuole più soffrire». Di Vanina le piace «la passione per il cinema, il modo in cui mangia, quasi fagocitando il cibo, ma soprattutto la sua ironia tagliente, che me l’ha resa super simpatica. Ha la battuta pronta, ed è una cosa che le invidio. La cosa più difficile? Le sigarette! da non fumatrice ero nel panico, temevo di non essere credibile».

Le donne

Una poliziotta “tosta”, che lascia il segno. Perché definirla un’anti-Montalbano? «Ma no, non è “anti”, non c’è contrapposizione – corregge il tiro l’attrice – E’ un punto di vista diverso, quello di una donna. Mi piace molto il suo spirito di squadra, la capacità di delegare, di far crescere i suoi uomini».

Il passato di Vanina, le sue battaglie all’Antimafia, sono una scelta della scrittrice di non dimenticare la stagione delle stragi. Vanina non è uno “sceriffo” e detesta la retorica della legalità, vive sulla sua pelle, e su quella delle persone care, la presenza minacciosa di Cosa Nostra. «E’ un racconto trasversale importante, anche se non è una serie di mafia. Vanina dice che “non si possono combattere tutte le guerre perché o si muore o si rischia di impazzire”. Ma dentro ha un fuoco, una capacità di lottare, che non la lascia mai. Il suo bisogno primario è il senso di giustizia, personale e professionale». Ancora un’altra donna del Sud fuori dagli schemi dopo Lolita Lobosco e Imma Tataranni. «C’è il desiderio di raccontare le donne in modo diverso. Vanina prende decisioni, si assume responsabilità e ha un rapporto con l’amore non sempre facile. Un ritratto femminile contemporaneo, una donna che si mette in gioco».

La serie, una coproduzione Rti – Palomar, è composta da quattro puntate al via oggi con “Il re del gelato”, poi “Sabbia nera”, “La logica della lampara”, “La salita dei saponari” (i romanzi di Cassar Scalia – netina da anni trasferita a Catania – sono venduti in numerosi Paesi, tra cui Spagna, Germania, Olanda, Grecia e Francia). La sceneggiatura di Leonardo Marini punta soprattutto «sul rapporto di Vanina con la sua squadra. Entra nel suo quotidiano, nelle sue abitudini. Siamo partiti dai libri, bellissimi, che ho iniziato a leggere durante le riprese, ma il linguaggio televisivo è diverso».

Accanto alla protagonista ci sono Claudio Castrogiovanni, Corrado Fortuna, Dajana Roncione, Orlando Cinque, Danilo Arena, Paola Giannini, Giulio Della Monica, Alessandro Lui. Mentre Giorgio Marchesi è Malfitano.

La città

Per Giusy Buscemi – volto noto di tante fiction, “Doc”, “Il giovane Montalbano”, “Il paradiso delle signore” – è la prima volta sul set in Sicilia, «è stato bellissimo girare a casa, anche se per tornare dai bimbi, che erano a Menfi dai nonni, ci vogliono quasi 4 ore!», e ammette di conoscere poco Catania, nera e seducente protagonista dei romanzi. «Da giovanissima ho studiato dizione con Fioretta Mari, un incontro fondamentale. I miei mi accompagnavano ogni settimana da Menfi a Catania. E’ una città allegra, vivace, che non dorme mai, proprio come Vanina. Unisce mare e “Muntagna”, quell’Etna sempre in fermento. Cinematograficamente è bellissima. La sabbia nera che dà il colore ai palazzi mi ha molto colpito. Durante le riprese, la scorsa estate, uno sbuffo di cenere vulcanica è caduto sulla città ed è stato scioccante vedere tutto ricoperto di sabbia. Nella serie viene fuori una fotografia nuova e calda di questo pezzo di Sicilia». L’Isola grande set. «Questo potrebbe consentire di lavorare nel cinema restando nella propria terra. Penso a chi fa mestieri d’arte, il fonico, la truccatrice, la sarta. Spero che ci sia la possibilità di girare sempre più prodotti».

Dal telefono arrivano strani rumori… «Ho appena assaggiato la pasta – risponde ridendo – Mio marito, lo chef di casa, ieri ha preparato il sugo…». La Buscemi è sposata da sette anni con il regista Jan Michelini e hanno tre bimbi. «In questi mesi mi sono dedicata a loro, a maggio comincerò le riprese dell’ultima stagione di “Un passo dal cielo” e deve uscire la mini serie su Leopardi diretta da Sergio Rubini in cui sono l’amata Fanny Targioni Tozzetti. La bellezza? Non mi trucco mai nella vita di tutti i giorni e non penso a quello che devo indossare, credo che la bellezza vera sia un’altra cosa. Un po’ come Vanina”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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