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Lega Pro: via a fase sperimentale dei nuovi orari delle partite

Direttivo ha affrontato conseguenze della grave crisi energetica

Di Redazione |

ROMA, 08 OTT – Il Direttivo della Lega Pro ha affrontato la grave situazione legata alla crisi energetica. Le ripercussioni economico-finanziarie sui club sono pesanti, sicuramente per la gestione degli stadi, ma ancor di più per i centri sportivi dove si svolgono le attività delle giovanili. In una nota, la Lega Pro ricorda che i “centri rimangono operativi nelle ore in cui non c’è luce solare per gli allenamenti e della preparazione – si sottolinea -, ma i costi sono esorbitanti fino a mettere in discussione il proseguimento delle attività Oggi il lavoro è volto a cambiare le fonti energetiche, puntando alle rinnovabili”. La Lega Pro fa sapere che, nella propria sede, “si attua un piano di risparmio ed è allo studio un progetto per dotarsi di impianti fotovoltaici”. Il Direttivo ha predisposto “l’attuazione del progetto di cambio degli orari sulla base di un’interrelazione fra risparmi e incremento degli spettatori allo stadio”. E’ stato deciso di “avviare una fase sperimentale per verificare come governare la riduzione dei costi e l’affluenza. In queste giornate di campionato alcuni club hanno chiesto di giocare alle ore 12,30 della domenica (non al sabato)”. La Lega Pro stabilisce come i club che giocano in casa “avranno la facoltà di anticipare la partita alle 12,30. Già da tempo alle 20,30 non si gioca, a meno che il club abbia contezza di una presenza straordinaria di pubblico”. “Nelle scelte, i tifosi vanno sempre collocati al primo posto – si legge nella nota della Lega Pro – si auspica che i club scelgano di sperimentare l’orario domenicale delle 12,30, affinché si abbiano dati concreti su cui basare le future scelte”. Il Direttivo è “impegnato a promuovere progetti di trasformazione degli stadi, con l’introduzione di misure di efficientamento energetico. Il Consiglio della Lega Pro “auspica e sollecita interventi del Governo” e chiede “all’Anci e ai Comuni di dare vita a tavoli di lavoro comuni per coordinare gli interventi”.

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