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Covid: Codogno un anno dopo – l’allora prefetto Cardona, ‘zona rossa è stata scelta più difficile’ (2)

Di Redazione |

(Adnkronos) – In 38 anni di servizio nel settore dell’ordine e della sicurezza pubblica, dopo aver trattato casi di sequestri e aver vissuto gli anni del terrorismo, il Covid resta un capitolo “che può riempiere un intero libro. Quando dicono che è stata una guerra non è sbagliato, ci siamo rimboccati tutti le maniche e abbiamo lottato per la sopravvivenza. Non immaginavo l’infezione si sarebbe propagata così velocemente e con un numero così alto di morti. Il mio umore è cambiato, e non nascondo l’angoscia, quando vedevo crescere il numero delle vittime. Tutte le sere – racconta Cardona – sentivo i sindaci e il loro bollettino era sempre più drammatico. C’è stato chi come il sindaco di Cassano d’Adda nell’elenco dei decessi ha contato anche la madre”.

Numeri che in cittadine di provincia hanno volti conosciuti e allargano il dolore di una famiglia a quello di una comunità. “Non potrò mai dimenticare la mia visita all’ospedale di Lodi a inizio marzo. C’erano non meno di 200 persone ricoverate e assistite da medici e infermieri, le barelle e le bombole di ossigeno erano ovunque”.

E in ospedale Cardona c’è stato non poco, strappando un biglietto della lotteria per il ritorno a casa. “Sono stato fortunato, grazie a chi mi ha spronato e sorretto e ai sanitari che mi hanno curato tra cui il professor Alberto Zangrillo, io sono vivo ma penso a tutte quelle famiglie che hanno perso un proprio caro. So molto bene cos’è la solitudine e come questo virus ti resta dentro”. Una sensazione intima e fisica.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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