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Il regime che vuole uccidere il rapper iraniano difeso da Noemi e Tananai è lo stesso che dà armi e soldi ad Hamas

Di Redazione |

Bisogna essere grati ad artisti come Noemi e Ermal Meta, Tananai per avere inserito nel concertone del Primo Maggio tra le buone cause per cui vale la pena di battersi anche la liberazione del loro collega rap per iraniano Toomaj Salehi, condannato a morte dal regime degli ayatollah per aver scritto in difesa delle donne iraniane che rifiutano di indossare il velo islamico.Versi come questi “Il loro crimine è danzare con i capelli al vento. Il coraggio è stato il loro crimine, il coraggio di denunciare i vostri 44 anni di governo”.Salehi è diventato un’icona del movimento di resistenza esploso in Iran dopo l’uccisione di Mahsa Amini, la ragazza di 22 anni che nel settembre 2022 fu arrestata dalla polizia religiosa perché non indossava correttamente il velo, le usciva una ciocca di capelli dal velo. Portata in un carcere, è morta in seguito alle percosse subite. E ora sappiamo che in quegli stessi giorni un’altra ragazza di 16 anni, Nika Shakarami, fu arrestata perché era l’autrice di un video diventato virale in cui dava alle fiamme un velo islamico e morì anche lei per le percosse subite.È importante che i giovani conoscano queste storie, che vengano dall’inferno iraniano. Ed è importante che le ricordino quando manifestano giustamente indignati per il massacro di Gaza. Perché dietro i terroristi di Hamas del 7 ottobre ci sono le armi e i soldi di quello stesso regime iraniano che ha ucciso Mahsa, ha ucciso Nika e adesso vuole uccidere Toomaj perché odia la libertà.

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