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Incendi in Sicilia, l’apocalisse ad Altofonte: evacuate 400 persone

Di Redazione |

PALERMO, In questi luoghi gli incendi hanno date tristemente certe, e non c’è estate che si sottragga all’appuntamento con i piromani. Ma questa volta si è sfiorata la tragedia: la notte scorsa ad Altofonte, sulle colline a sud di Palermo, il paese che ha dato i natali al mezzofondista Totò Antibo, 400 persone sono state evacuate dalle loro case. Il rogo avanzava a tenaglia divorando il bosco della Moarda, il polmone verde che manda frescura fino a Palermo e dosa l’acqua piovana raccolta dal fiume Oreto che attraversa il capoluogo siciliano. Un disastro che sconvolge un’area socialmente debole e un ecosistema fragile. La fortuna ha evitato danni alle persone, ma ha divorato le cose: alberi, abitazioni. Alcune bombole del gas sono esplose.

«Altofonte non c’è più, l’hanno assassinato», dice l’ex sindaco Enzo Di Girolamo, mentre il primo cittadino, Angela De Luca, smanetta su Facebook per avvisare i suoi concittadini di lasciare le abitazioni. Tutti fuggono portando con sé quello che possono e nella loro parole c’è il terrore di chi sa che potrebbe non ritrovare più la casa. Sulla natura dolosa dell’incendio nessuno nutre dubbi: ieri sera, intorno alle 21, cinque inneschi sono partiti quasi contemporaneamente creando un fronte di fuoco di oltre due chilometri, salito su per la collina a causa del forte vento da sud. Una mossa studiata e messa in atto quando le condizioni meteo si annunciavano più favorevoli al piano di distruzione.

Quando le fiamme hanno valicato Altofonte (era già mattina), si sono spinte all’interno, in direzione di Portella della Ginestra e Piana degli Albanesi, aree con intensa vegetazione. Il lavoro di Canadair, elicotteri, forestale, volontari è stato incessante, mentre su alcune zone di Palermo cadeva la cenere e dalla parte orientale dell’isola arrivavano notizie di altri roghi: a San Vito Lo Capo, nel Trapanese; nella Riseva naturale dello Zingaro, già incenerita dalle fiamme nel 2012. Un’area incastonata tra mare e collina, dove dal disastro non si è salvata neanche l’unica caletta inizialmente sfuggita al rogo, la «Tonnarella dell’Uzzo».

Ma il bollettino degli incendi è impietoso: le fiamme hanno circondato il Parco archeologico Himera, nel Palermitano, dopo che ieri avevano minacciato quello di Selinunte, risparmiando, per fortuna, il museo e lambendo un ristorante. Il fumo è arrivato sull’Autostrada A19 Palermo-Catania. Altro rogo sulle colline di Messina, nel Villaggio di San Saba, dove dalle 21 di ieri sera e fino alle 4 del mattino l’incendio ha costretto i residenti a lasciare le case. E a Pettineo, sempre nel Messinese, tre roghi divampati in punti diversi e poi riuniti in un vasto fronte hanno minacciato il centro abitato.

(video Youtube/Agenzia Vista)COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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