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“Pizzo” ad imprenditori: anche neo “reggente” clan Santapaola-Ercolano tra 31 arrestati

Di Redazione |

CATANIA – Operazione contro il clan Santapaola-Ercolano dei carabinieri del Ros di Catania che, in collaborazione con militari territoriali del comando provinciale etneo e di Siracusa, hanno arrestato 24 persone, compreso quello che è ritenuto l’attuale reggente della “famiglia” di Cosa nostra: Antonio Tomasello, di 51 anni.

Ad altri sei indagati il provvedimento del Gip, emesso su richiesta della Dda della Procura, è stato notificato in carcere perché già detenuti e per un sesto sono stati disposti i domiciliari. L’indagine, denominata “Chaos”, ha fatto luce su estorsioni, consumate e tentate anche con atti intimidatori, ai danni di imprenditori. Contestati anche un sequestro di persona e l’uso e la detenzione di armi. L’inchiesta, su indagini dei carabinieri del Ros di Catania, coordinata dalla Dda della Procura etnea, ha permesso ricostruire le dinamiche e le gerarchie e i componenti di diversi gruppi dal clan che operano nei diversi rioni del capoluogo etneo e di quelli alleati. 

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Gli altri destinatari dell’ordinanza appartengono al gruppo del rione San Giovanni Galermo: Salvatore Fiore (detenuto), Giovanni La Mattina, Antonino Mangano (detenuto), Luca e Roberto Marino, Arturo Mirenda (detenuto), Francesco Lucio Motta (detenuto), Christian Paternò. Del gruppo della Stazione sono stati arrestati: Angelo Arena e Alfio Davide Coco. Del gruppo del rione di Lineri: Carmelo Distefano, Carmelo Rannesi e Corrado Monaco. Gruppo di Giarre: Orazio Di Grazia, Salvatore Leonardi. Gruppo di Paternò: Carmelo Cristian Fallica. Gruppo di Palagonia: Gaetano Fiammetta e Sebastiano Vespa. Arrestati anche altri soggetti che malgrado non fossero affiliati sono ritenuti responsabili di reati aggravati dall’avere favorito la famiglia Santapaola-Ercolano: Alfio Romeo per detenzione di stupefacente; Giuseppe Modica, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari, nell’ambito di un’indagine su un’estorsione. Vi sono inoltre esponenti di diversi clan vicini e legati a Cosa Nostra. Per la famiglia Mazzei (Carcagnusi) Alfio e Mario Maugeri, tutti e due ai vertici della cosca, Orazio Coppola, Santo Di Benedetto, Carmelo Pantalena (detenuto) e Mario Pappalardo. Del clan Nardo, che opera nel Siracusano, il provvedimento riguarda Francesco Calatabiano e Salvatore Catania, ai vertici della cosca, Fabrizio Iachininoto (detenuto) e Cirino Rizzo.

«Abbiamo giocato d’anticipo, impedendo la commissione di gravi reati». Così il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, sull’operazione “Chaos” dei carabinieri del Ros etneo contro la “famiglia” Santapaola-Ercolano culminata con 31 arresti diposti dal Gip su richiesta del gruppo della Dda coordinato dall’aggiunto Francesco Puleio. Le indagini, spiega il vice comandante generale operativo del Ros, il col. Giancarlo Scafuri, «sono state efficienti ed efficaci» grazie «alla grande sinergia tra le due squadre in campo: i carabinieri e la Procura». Per il comandante provinciale dell’Arma, il colonello Raffaele Covetti, è “l’ennesima dimostrazione che le Istituzioni ci sono e funzionano a difesa del cittadino». Per dirla con l’aggiunto Puleio, che ha coordinato il lavoro dei Pm Raffaella Vinciguerra e Marco Bisogni, utilizzando una metafora calcistica «la risposta è stata immediata perché abbiamo scelto di giocare in attacco e non in difesa». Il perché lo spiega il maggiore Antonio Parillo, comandante del Ros di Catania: «c’era aria di contrasti tra gruppi vicini e rivali» e nel timore ipotitico di risposte eclatanti, anche se davanti a sei tentativi di estorsioni, «mai denunciate» sottolinea il procuratore Zuccaro nonostante un sequestro di persona e gravi minacce, si è deciso di intervenire.

Le indagini hanno permesso di ricostruire i gruppi legati alla “famiglia”, ma anche i contrasti nati nella “spartizione” del territorio da controllare culminato con un’aggressione ad Alfio Davide Coco, “responsabile” del gruppo della Stazione, da parte del clan Mazzei. I vertici delle famiglie si mettono attorno a un tavolo i santapaoliani chiedono «di sedersi e discutere civilmente», ricordando anche l’omicidio di “pulizia interna” di Angelo Santapaola per «dare un esempio a chi sbaglia». Al vertice del clan, secondo l’accusa, c’era Antonio Tomaselli, 51 anni, ritenuto legato a Enzo Santapaola e Aldo Ercolano. Le indagini lo indicano come l’attuale reggente dei vari gruppi della città, decapitati dalle operazioni Kronos e dall’attuale Chaos, e di clan alleati o rivali. Che parlavano tra loro direttamente fissando appuntamenti con dei telefonini con sim intestate a terze persone, anche incolpevoli prestanomi, che veniva utilizzata come se fosse una rete di “citofoni”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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