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Ancora un blitz antidroga a Catania: 15 arresti, spacciavano cocaina e marijuana in un baretto di Gravina

Di Redazione |

CATANIA – Blitz antidroga questa mattina a Catania con cltre 100 carabinieri del Comando provinciale di Catania supportati dai reparti specializzati (Compagnia di Intervento Operativo del XII Battaglione “Sicilia”, Nuclei Cinofili ed Elicotteri), che hanno eseguito un provvedimento cautelare, emesso dal Gip del Tribunale di Catania su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 15 persone (e non sedici come detto in precedenza) ritenute responsabili di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, cocaina e marijuana. L’operazione è stata denominata ‘Baly’.

 

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LA CONFERENZA STAMPA DEI CARABINIERI

 

Le direttive al sodalizio criminale venivano impartite dal carcere con i cosiddetti ‘pizzini’ da parte di un detenuto condannato all’ergastolo per gravi reati. Mario Pace, in carcere per un omicidio del 1987. Secondo quanto accertato lo smercio dello stupefacente avveniva attraverso un’attività commerciale dell’hinterland catanese e precisamente a Gravina di Catania, e gli indagati pianificavano furti e rapine per finanziare l’acquisto di grosse partite di stupefacente necessarie anche per rifornire il mercato di altre province dell’Isola. 

Le operazioni di pedinamento e di indagine effettuate mediante attività tecniche investigative hanno consentito di definire nei minimi particolari la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli dei membri nell’ambito di un gruppo malavitoso apparso sin dalle prime battute dell’inchiesta ben organizzato: sono state ricostruite le dinamiche ed il sistema con cui il gruppo operava e gestiva la sua “piazza di spaccio”, permettendo di individuare e definire le modalità di cessione della sostanza stupefacente. La banda come detto pianificava anche  furti e rapine finalizzati a finanziare l’acquisto di grosse partite di stupefacente, in parte già finanziate dai proventi dello spaccio al minuto.

Anche il canale di approvvigionamento della droga era personalizzato e dedicato a questa singola organizzazione:  per aumentare il raggio d’azione ed i profitti, infatti una delle menti della banda (sempre quel Mario Pace detenuto a Padova) aveva aperto un autonomo canale di approvvigionamento con l’Olanda, con il determinante contributo di un compagno di carcere anche lui detenuto nello stesso istituto di pena e condannato all’ergastolo. Pace, per il tramite di sua sorella e di un altro detenuto di quel carcere, con il quale comunicava tramite “pizzini”, faceva arrivare le sue direttive alla compagine catanese.

L’esecuzione dell’ordinanza ha comportato un intervento massiccio soprattutto sull’area di Gravina di Catania e zone limitrofe, Comuni in cui la criminalità organizzata trae un cospicuo sostentamento economico dall’attività legata allo spaccio di stupefacenti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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