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L’economia circolare per la reindustrializzazione dell’Europa

Londra, 25 mag. (Adnkronos) – Per superare definitivamente la crisi economica e avviare uno sviluppo stabile “occorre ripartire e re-industrializzare” l’Europa. Ma per farlo servono “nuovi modelli”, come l’economia circolare. Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, partecipando al Ft Circular Economy Summit in corso a Londra, spiega che adottare il modello dell’economia circolare significa “ri-ottimizzare […]

Di Redazione |

Londra, 25 mag. (Adnkronos) – Per superare definitivamente la crisi economica e avviare uno sviluppo stabile “occorre ripartire e re-industrializzare” l’Europa. Ma per farlo servono “nuovi modelli”, come l’economia circolare. Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, partecipando al Ft Circular Economy Summit in corso a Londra, spiega che adottare il modello dell’economia circolare significa “ri-ottimizzare e sviluppare i siti deindustrializzati, utilizzando tecnologie a basso impatto e fortemente innovative che siano collegate con i territori e con la loro cultura, con le materie prime e gli scarti del territorio”.

Uno sviluppo, sottolinea Bastioli, che “premi la diversificazione dei territori e punti sulla qualità differenziata e non sulla quantità indifferenziata”, tipica del “modello dissipativo” dell’economia lineare. In questo senso il pacchetto di economia circolare avviato dall’Unione europea è un “grande stimolo per tutti i Paesi europei e le regioni”. Il lavoro fatto dalla Commissione europea e quello del Parlamento europeo “spingono ad obiettivi traenti, che sono quelli che occorrono in questo momento, sia per rilanciare l’economia sia per attaccare il problema della decarbonizzazione e dello sviluppo sostenibile”, afferma l’amministratore delegato di Novamont.

Il Consiglio Ue, invece, in rappresentanza dei Paesi membri, “ha frenato perché, come al solito, ci sono diversi Paesi con diverse esigenze”. Ora, però, “occorre coraggio. Abbiamo parlato di ambiente e di sviluppo sostenibile per decenni e poi la realtà è che le tecnologie ci sono, ma non vengono usate nella maniera giusta”. Il risultato, continua Bastioli, “è che c’è un depauperamento del capitale che è veramente impressionante. Abbiamo poco tempo e ci vuole una condivisione degli obiettivi e impegno da parte dei privati e della politica e delle istituzioni per una piattaforma comune”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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