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Caos rifiuti, discarica di Lentini al collasso e la Regione bacchetta i sindaci

Di Mario Barresi |

Catania – La Regione certifica, nero su bianco, l’«attuale stato di criticità del sistema dei rifiuti trattati». E, allo stesso tempo, denuncia «l’inerzia di talune Srr e dei Comuni soci delle stesse». Indice puntato sulla raccolta differenziata, con una formale diffida, «a quei Comuni che non raggiungono ancora le percentuali previste per legge» (con chiaro riferimento soprattutto alle “maglie nere” Palermo, Catania e Messina): se non si corre ai ripari subito la Regione evoca anche «le responsabilità di carattere civile e penale che potrebbero scaturire» a carico degli enti più riluttanti «più volte richiamati e diffidati» anche sui ritardi in progetti e lavori degli impianti.

La dichiarazione di guerra arriva con una nota di tre paginette, fitte fitte, firmata dal direttore generale del dipartimento Acqua e Rifiuti, Calogero Foti. Il punto di partenza è l’«attuale situazione di crisi del sistema di gestione integrata dei rifiuti», che s’è aggravata – scrive il dirigente – a causa delle «limitazioni» della discarica di Lentini (che approfondiamo nell’articolo accanto, nel box azzurro). Un contesto in cui, per stessa ammissione di Foti, risulta comunque «complessa la risoluzione per la problematica relativa alla carenza degli impianti». Per questo motivo – e probabilmente anche per mettere le mani avanti rispetto a un’imminente emergenza – il dipartimento, rivendicando «tutti gli sforzi e le iniziative volte al superamento delle difficoltà di conferimento», prova a fare ordine su «funzioni, competenze e responsabilità anche con riferimento alla crisi in atto».

Ed su questo versante che arrivano le bacchettate. Il dirigente Foti ricorda le precedenti diffide (del 20 novembre 2020 e del 23 marzo scorso) a Srr e sindaci «ognuno per le proprie competenze, di ridurre i quantitativi di rifiuto urbano indifferenziato prodotto e conferito in discarica in modo che possa incrementarsi notevolmente la raccolta differenziata anche dal punto di vista qualitativo al fine di favorire il recupero piuttosto che lo smaltimento». Un principio elementare di gestione ambientale, rimasto però lettera morta soprattutto nelle tre città metropolitane, in cui, secondo i dati Ispra sul 2020, la percentuale di differenziata è rimasta sotto il 20%, al netto di qualche miglioramento nell’anno in corso. Da qui l’invito «a quei Comuni che non raggiungono ancora le percentuali previste per legge», con il pesante riferimento ai risvolti giudiziarie per chi sarà responsabile del «persistere e/o aggravarsi delle criticità».

La Regione indica anche un percorso. Soprattutto alle Srr, che dovrebbero «intraprendere ogni più utile procedura» per la «localizzazione, progettazione e realizzazione di siti e impianti destinati alla chiusura del ciclo dei rifiuti nel proprio territorio d’ambito». E Foti tira le orecchie alle società che hanno ricevuto fondi per ulteriori impianti (al di fuori dell’ordinanza del 2018 con cui Nello Musumeci fu nominato commissario per l’emergenza rifiuti) affinché svolgano «tutte le attività di propria competenza finalizzata al completamento dell’opera in tempi celeri e adeguati». Più che un ultimatum, alla vigilia di un’estate di munnizza avvelenata.

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