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Giarre

Torna il Festival di Radicepura, le piante si “riprendono” il giardino

Fino al 3 dicembre porte aperte sugli otto allestimenti realizzati dai paesaggisti di tutto il mondo

Di Carmen Greco |

Due blocchi di pietra lavica dell’Etna che ”imprigionano” piante e fiori. Colori e bio(diversità) in qualche modo “nascosti” all’interno di un monolite e, al tempo stesso, “padroni” della pietra. È uno dei giardini che i visitatori potranno scoprire – da stamane fino al 3 dicembre – nel Parco botanico di Radicepura a Giarre, aperto per la IV edizione del Garden festival, la Biennale del paesaggio mediterraneo che presenta quest’anno otto giardini e un’installazione realizzati dagli otto team di architetti e paesaggisti under 36 selezionati tramite un bando internazionale. La call, che si è chiusa a gennaio 2023, ha registrato una partecipazione, con oltre 900 iscrizioni provenienti da 62 Paesi diversi.Il tema scelto dal direttore artistico Antonio Perazzi per questa edizione 2023, è “Il giardino delle piante” e guest star dei paesaggisti ospiti è senz’altro Paolo Pejrone, “il giardiniere gentile”. Piemontese, classe 1941, specializzato alla scuola del paesaggista inglese Russell Page e a quella del brasiliano Roberto Burle Marx, entrambi titolari di due notissimi movimenti architettonici-giardinieri, Pejrone da cinquant’anni crea giardini privati e parchi pubblici in tutto il mondo e ha firmato, tra gli altri, il progetto del parco di Villar Perosa della famiglia Agnelli e il progetto per cura degli orti della basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme.Pejrone al festival ha realizzato “Vento e acqua, tentativi di resilienza”, un giardino fatto a stanza, una sorta di esercizio della memoria che rievoca una Sicilia sempre più rara, in cui si sente il gorgoglio dell’acqua, il suono leggero del vento, il canto degli usignoli.La Sicilia è rievocata anche nell’omaggio al Giardino della Kolymbethra (assieme all’Orto botanico di Palermo “amici” del Festival ndr), uno spazio con le colture simbolo del mediterraneo, realizzato a cura del Fai (Fondo Ambiente Italiano) in cui coesistono il paesaggio asciutto di ulivi e ficodindia, con quello arabo, irrigato dalle “saie” con gli agrumi e le canne.Arte, architettura, cultura, ecologia, economia e sostenibilità ambientale saranno i pilastri attorno a cui ruoteranno gli interventi, i workshop, le passeggiate, le attività didattiche e gli eventi che per sei mesi al festival racconteranno la Sicilia e la cultura del suo paesaggio.Non a caso il simbolo di questa edizione sarà il carrubo, l’albero sempreverde che da secoli rappresenta uno dei “totem” delle campagne siciliane. La “pianta della sopravvivenza” come veniva chiamata perché i suoi fruti nutrivano uomini e bestie. Importata dai Fenici i cui semi, molto scuri e duri, una volta venivano utilizzati per pesare l’oro e adesso sono “ricchezza” in molte preparazioni alimentari.«Questa edizione della Biennale è per noi molto importante, perché dopo circa 10 anni di lavoro da quando abbiamo iniziato a concepire il festival, abbiamo raggiunto dimensioni importanti anche a livello internazionale e i ragazzi che sono qui ne sono una bella testimonianza – ha dichiarato Mario Faro, direttore generale del Radicepura Garden Festival – Il giardino delle piante è il tema di questa edizione, per invitare tutti a riflettere sulle urgenze ambientali, quali i cambiamenti climatici e la crescente siccità che affligge in maniera importante soprattutto l’area mediterranea, e in questo contesto i giardini rappresentano ancora oggi luoghi salvifici per l’uomo, per la tutela della biodiversità e per le nostre città, spazi in cui riuscire a vivere in armonia con l’ambiente in una dinamica di proficua reciprocità».Il Radicepura Garden Festival oggi sarà visitabile gratuitamente per tutta la giornata (dalle 10 alle 19) e poi sarà aperto da martedì a domenica dalle 10 alle 19 (nei mesi di maggio e giugno), dalle 15 alle 21 (a luglio, agosto e settembre), dalle 10 alle 17 (ottobre, novembre dicembre). Tutte le info su: www.radicepurafestival.com

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