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VERSO IL VOTO

Europee, Totò cerca(va) casa e l’ha trovata: patto col partito di Lupi (e Toti). Così i voti di Cuffaro vanno a Forza Italia che l’aveva rifiutato

Intesa elettorale con Noi Moderati, verso la federazione. Via libera oggi a Roma e domenica l’evento ad Agrigento

Di Mario Barresi |

Totò cerca(va) casa. E finalmente l’ha trovata. La Dc darà un sostegno – esterno, ma robusto – a Noi Moderati dentro la lista di Forza Italia. In Sicilia, innanzitutto. Ma anche, laddove possibile, nella altre circoscrizioni. Oggi a Roma la direzione nazionale del partito di Totò Cuffaro ratificherà la scelta maturata nel vertice regionale di lunedì. Ed è già pronta la locandina per la kermesse di domenica pomeriggio ad Agrigento, con il leader nazionale di Nm, Maurizio Lupi, costretto in queste ore a gestire il ciclone giudiziario che ha investito Giovanni Toti, presidente del consiglio nazionale del partito. In prima linea ci saranno Saverio Romano, grande tessitore dell’accordo last minute, e il candidato beneficiario Massimo Dell’Utri.

Tecnicamente, da quanto trapela da entrambi i fronti, sarà un’intesa elettorale che prelude a una federazione fra le due forze centriste. Politicamente significa che Cuffaro, messo alla porta da Forza Italia, rientra dalla finestra.

Con il placet di Antonio Tajani? «Noi siamo ufficialmente nelle loro liste – spiegano da Noi Moderati – ed è una scelta nostra da chi farci votare».

Approdi e naufragi

Del resto, per l’ex governatore è l’ultimo approdo possibile, dopo il naufragio di tutte le trattative per poter inserire dei propri candidati altrove, l’ultima delle quali con Matteo Renzi che ha provato a convincere +Europa a ospitare i cuffariani in lista.

Eppure c’era ancora qualcuno convinto che Cuffaro alla fine potesse scegliere un sostegno “ideologico”, in nome delle comuni battaglie per i carcerati, proprio alla capolista boniniana in Sicilia, Rita Bernardini. Ma, parlando ai suoi, lui è stato chiaro: «Mi verrebbe molto complicato condividere progetti politici con chi da abortista addirittura ne fa un vessillo identitario».

E allora si percorre l’unica strada possibile: l’accordo con Lupi e Romano. Vestito di nobili intenti: «Riorganizzare la speranza, in un progetto politico di centro, cattolico, e se possibile popolare», ha scandito Cuffaro in direzione regionale. Domenica al Grand Hotel Mosè sono tutti precettati: l’intero gruppo dell’Ars (compreso chi, come Ignazio Abate ha già organizzato un affollato evento a Modica per il forzista Edy Tamajo), gli assessori regionali Andrea Messina e Nuccia Albano e l’eurodeputata uscente, e a questo punto non rientrante, Francesca Donato. «Facciamo valere le cose che contano in Europa», lo slogan dell’evento che reca anche il simbolo della lista di Fi.

Qualche crepa

Una dimostrazione plastica di compattezza, nonostante nel mondo cuffariano qualche crepa ci sia. Già emersa su quello che i più critici hanno definito «un eccessivo accanimento nel candidare il genero» e ora sfociata nelle perplessità su Romano. Che, per tante ragioni, non piace ad alcuni Totò-boys.

Bere o affogare, perché la macchina acchiappavoti della Dc non può permettersi di restare ai box. E poi le tre preferenze aprono ulteriori scenari. Uno potrebbe essere aggiungere a Dell’Utri una forzista (Bernardette Grasso o magari la sarda Maddalena Calia) per “segnare” il contributo della Dc alla causa di Nm. Ma nella scheda si può scrivere anche un terzo nome. E sono in molti i cuffariani certi che non resterà inespresso.

Gli indizi

Tutti gli indizi portano proprio a Tamajo. Per la riconoscenza dovuta a Renato Schifani, che fino a lunedì ha parlato di «gogna» riservata alla Dc, una «forza politica pienamente legittima», con «una classe dirigente che conosco e apprezzo. E poi anche per una convenienza politica: l’asse col governatore, oltre che a mantenere il presidio alla Regione, serve a Cuffaro per arginare l’avanzata di Raffaele Lombardo, che invece l’accordo con Tajani l’ha siglato alla luce del sole con il sostegno a Caterina Chinnici.

La lista forte

Va da sé che con dentro due agguerriti assessori (oltre a Tamajo anche Marco Falcone), più i voti di Lombardo (per Chinnici e non solo) e di Cuffaro (per Dell’Utri e non solo), la lista di Forza Italia diventa la più forte, sulla carta, in Sicilia. Fino a insidiare quella di FdI, pur beneficiaria del notevole traino di Giorgia Meloni. E qualcuno, fra gli alleati, comincia a temere l’alba del 10 giugno.

m.barresi@lasicilia.it

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