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Governo: Fioroni, ‘non un partito di Draghi, ma per Draghi’

Di Redazione |

Roma, 8 set. “Proporre il passaggio di Draghi al Quirinale risponde a un ossequio di per sé comprensibile e perciò formalmente incontestabile nei riguardi della personalità più illustre della vita politica nazionale, ma ciò in effetti confligge con la preoccupazione di non smantellare un ‘equilibrio dinamico’ appena raggiunto, da cui l’Italia può trarre ulteriori benefici. Abbiamo bisogno di Draghi alla guida del governo: il suo lavoro non è finito, anzi possiamo dire, con tutta onestà, che è solo agli inizi”. Lo scrive Beppe Fioroni su Il Foglio in un intervento dal titolo ‘Non un partito di Draghi, ma per Draghi. Appello’.

“Su questo punto la posizione di Letta fa chiarezza rispetto alle tentazioni movimentiste, interessate a drenare un consenso funzionale alla rinascita di una sinistra più di lotta che di governo” secondo cui “l’eccezionalità del momento sarebbe da considerarsi alla stregua di una parentesi da chiudere in fretta. “In questo modo si andrebbe a innescare un processo d’inesorabile e rapida consumazione della risorsa rappresentata dalla vigente tregua politica”.

“Non si farebbe tesoro della ‘novità’ di Draghi, né si agirebbe in funzione di un nuovo e più avanzato equilibrio di forze. (…) Ecco perché, come risposta alternativa, è auspicabile invece un’operazione di coagulo delle forze che trovano nel disegno di ampia convergenza nazionale un elemento di verità. Più che pensare al ‘partito di Draghi’ serve concentrarsi però sull’idea di un ‘partito per Draghi’, chiarendo subito che in questa locuzione rientra egualmente una possibile formula di coalizione, a patto che venga rispettato e valorizzato. In un modo o nell’altro, il dinamismo innovatore della prospettiva qui appena accennata, intanto sotto forma di preliminare scelta di campo”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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