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Caso Fadil: gip archivia posizione medici indagati per omicidio, ‘nessuna responsabilità’

Di Redazione |

Milano, 28 set. Il gip di Milano Alessandra Cecchelli ha archiviato l’indagine sui 12 medici accusati di omicidio colposo per la morte di Imane Fadil, la giovane di origine marocchina ospite delle cene nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore e poi testimone dell’accusa nel caso Ruby, morta alla clinica Humanitas l’1 marzo 2019, dopo 31 giorni di ricovero, per una rara forma di aplasia midollare.

La decisione, notificata a giugno ma resa nota solo ora, arriva dopo che lo stesso giudice – accogliendo la richiesta degli avvocati Mirko Mazzali e Nicola Quatraro, legali della famiglia dell’ex modella – aveva respinto la richiesta di archiviazione disponendo ulteriori approfondimenti per chiarire “se fosse possibile un accertamento più tempestivo della diagnosi della malattia e infine se tale tempestività poteva evitare il decesso apprestando le cure del caso”.

Domande alla quale ha risposto, senza esitazione, il pool di esperti (incaricato dalla procura) guidato dal medico legale Cristina Cattaneo: “Non si ravvede alcuna responsabilità professionale da imputare sotto il profilo penalistico a carico dei sanitari intervenuti” si legge nella consulenza. “Non si ravvede come una gestione clinica differente della vicenda avrebbe senza dubbio scongiurato il verificarsi del decesso”. In sostanza, per il gip, non c’è nessun nesso tra la morte e la condotta dei sanitari. Per mesi sulla morte di Fadil si era indagato ipotizzando un omicidio da spy story, dopo che le prime analisi avevano fatto emergere sospetti su un avvelenamento con sostanze radioattive.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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