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Deejay morta: agli atti gli sms disperati di Daniele ‘curati, hai rovinato la nostra famiglia’

Di Redazione |

Palermo, 29 lug. Nella richiesta di archiviazione per la morte di Viviana Parisi e del figlio Gioele, trovati morti la scorsa estate nelle campagne di Caronia (Messina), il Procuratore capo di Patti, Angelo Vittorio Cavallo, elenca una serie di consulenze e alcune intercettazioni da cui emergerebbe tutto il malessere psichico della donna. “Le indagini hanno permesso di accertare in modo incontrovertibile le precarie condizioni di salute mentale di Viviana”, dice il Procuratore. Che ricorda il trasporto di Viviana al Pronto soccorso, il 18 marzo 2020, in pieno lockdown, all’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto. “Il medico del Pronto Soccorso intervenuto ha ricordato di aver visto Viviana sdraiata per terra, che ripeteva la frase: “Abbiamo consegnato i nostri figli al demonio!!”. Circa tre mesi dopo, a fine giugno, la donna era stata nuovamente condotta presso il Pronto Soccorso del Policlinico di Messina, per avere ingerito, volontariamente, come dicono i medici, dei farmaci “con chiaro intento autolesivo”. Episodi “non isolati”, come scrive lo stesso magistrato.

“Tutti i familiari, gli amici ed i vicini di casa di Viviana Parisi hanno dichiarato come” la donna, nel corso del tempo, “avesse dato luogo a numerosi episodi di instabilità psicologica, adottando comportamenti singolari”, come la lettura della Bibbia sul balcone di casa o nel sagrato della chiesa, in pieno lockdown, “nonché accusando manie di persecuzione e timori di vario genere, come quello di essere controllata da sconosciuti, anche attraverso la televisione ed il telefono cellulare, oppure ritenendo di essere pedinata da macchine di grossa cilindrata”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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