Roma, 6 dic. “La condanna di Aung San Suu Kyi da parte di un sedicente tribunale birmano è da un lato drammatica e dall’altra ridicola. Drammatica perché, dopo tanti anni di sofferenze, si vogliono riportare indietro le lancette della storia per privare nuovamente la signora della sua libertà. Ridicola e farsesca perché l’inconsistenza delle accuse è così palese che lascia senza parole anche gli stessi detrattori di Aung San Suu Kyi”. Lo scrive Pier Ferdinando Casini su Facebook.