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Medaglia d’oro ad un partigiano agrigentino in Liguria

Commemorato ad Onzo dall'amministrazione comunale, Antonino Amato nel 77° anniversario del suo martirio

Di Gaetano Ravanà |

Il 22 gennaio scorso a Onzo (Savona) commemorazione, nel 77mo anniversario del martirio, del Partigiano “Bagatto” Antonino Amato, medaglia d’oro di Cianciana (Agrigento), nel luogo del suo martirio avvenuto 77 anni fa. L’evento é stato organizzato dalle associazioni partigiane e antifasciste ma in particolare l’iniziativa è dell’Associazione Fischia il vento di Onzo e della sezione Anpi di Albenga che stanno curando l’installazione delle “stele della memoria” (nel progetto oltre 1200) in ricordo di altrettanti martiri in nome della Resistenza. Durante la commemorazione si è espresso il desiderio di collocare la stessa stele anche a Cianciana orientandola in modo che la foto guardi verso Onzo. Sarebbe una sorta di gemellaggio tra due luoghi lontani ma uniti dagli stessi ideali.

Discorso della pro nipote Tanina Amato: Commemorazione Antonino Amato, “Bagatto”

Con viva emozione siamo qui a rappresentare la famiglia di Antonino Amato, o meglio Bagatto, come era conosciuto tra queste montagne. Quando sono stata contattata dal Presidente Dott. Arnaldi, ho immediatamente confermato la nostra presenza a questo importante evento, non potevamo non essere presenti! Prima di iniziare il mio intervento desidero ringraziare vivamente la senatrice Roberta Pinotti che, in qualità di Presidente della Commissione Difesa del Senato, ha inviato un messaggio di saluto esprimendo la propria vicinanza personale e istituzionale alla commemorazione odierna e ai valori che oggi celebriamo; ringrazio la sezione ANPI di Albenga per il costante lavoro di conservazione e promozione della memoria storica della Resistenza ed in particolare la nostra gratitudine va all’Associazione “Fischia il Vento” per aver voluto ricordare 77 anni dopo, il sacrificio del giovane zio proprio nei luoghi del suo martirio. Personalmente, fin da piccola sono cresciuta coltivando ammirazione e affetto nei confronti di questo pro-zio eroe e non perdevo occasione per chiedere ai nonni, agli zii e agli anziani del paese di raccontarmi, di parlarmi di Lui…volevo sapere il più possibile quasi per la paura di perdere il contatto, sia pur mediato, con questa figura che, agli occhi di una bambina, era quasi “mitologica”. Bagatto veniva puntualmente descritto come un ragazzo intelligente, intraprendente, interessato alla vita sociale e politica del suo paese, fratello affabile e figlio affettuoso. Nutriva un grande senso del rispetto verso tutti; per la Libertà e la Democrazia, concetti fondamentali nella sua concezione di giovane, che lo condussero a fare scelte ben precise, arruolandosi da volontario nelle truppe Partigiane, dopo essere stato congedato dall’esercito a seguito dell’Armistizio dell’8 settembre 1943. Ogni partecipante alla Lotta di Liberazione dal nazifascismo ha avuto un volto ben delineato e una storia propria, uno specifico percorso costruito vivendo il dramma distruttivo della guerra. Ognuno di loro ha subìto un “travaglio” ideale, sociale e personale che ha determinato una scelta di campo netta identificata nei valori della Resistenza. Nonostante siano ancora vivi e presenti gli ultimi testimoni di quei tragici eventi, negli ultimi anni incredibilmente sembra acuirsi una campagna di denigrazione della Resistenza. Dalle ali più estreme della militanza politica arrivano incitazioni volte addirittura ad abolire la festa del 25 aprile se non addirittura a sostituirla con una che metta sullo stesso piano partigiani e combattenti di Salò. In questo momento storico é un dovere morale coltivare la memoria di questi martiri, ricordare i volti, i nomi e le storie delle moltitudini di uomini e donne che hanno creduto fermamente nei valori della Democrazia. Lo zio, di ferme convinzioni socialiste, si sarà certamente riconosciuto nelle parole di Gramsci “Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.” E anche noi oggi qui presenti, 77 anni dopo il suo sacrificio, siamo chiamati a “parteggiare”, a non dimenticare, a non essere indifferenti di fronte alle minacce di assurdi negazionismi e alle nostalgiche celebrazioni del becero regime della vergogna. Ma non siamo chiamati ad odiare e ad instigare altro odio. Il grande e compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli lo sosteneva fermamente: “Nell’antifascismo c’è il seme della tolleranza, della solidarietà, del progresso per tutti e non per pochi".COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA