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Dalla parte del riccio di mare di Sicilia: al via il progetto per difenderlo

Al via le attività di MOPA - MOnitoiring PAracentrotus “Quantificazione stato della risorsa Paracentrotus lividus in Sicilia”, coordinato dall’Università di Palermo

Di Redazione |

Hanno preso il via le attività di MOPA – MOnitoiring PAracentrotus “Quantificazione stato della risorsa Paracentrotus lividus in Sicilia”, il progetto coordinato dal Dipartimento delle Scienze della Terra e del Mare (DiSTeM) dell’Università di Palermo, con la responsabilità scientifica della prof.ssa Paola Gianguzza e la collaborazione dei proff. Renato Chemello, Marco Milazzo e Matteo Cammmarata, che si propone di promuovere la gestione, la conservazione e l’uso sostenibile del riccio di mare Paracentrotus lividus in Sicilia.

«La protezione e il ripristino della biodiversità degli ecosistemi marini è considerata una delle principali sfide per aumentare la produttività, la competitività e la sostenibilità di questo settore strategico per l’economia dell’Unione Europea – commenta la responsabile scientifica di MOPA, prof.ssa Paola Gianguzza.

Nel progetto, il primo condiviso su scala regionale, avranno un ruolo centrale le Aree Marine Protette siciliane partner, luoghi chiave per sperimentare e sviluppare nuove politiche e misure di gestione per preservare la risorsa “riccio di mare” e nei quali si possono sperimentare percorsi virtuosi per l’economia locale.

MO.PA sarà il primo tassello per l’aggiornamento delle attuali norme e regolamentazioni sull’uso e, quindi, prelievo della risorsa, in sinergia con tutti gli attori coinvolti nel progetto di ricerca, dai gestori locali al consumatore finale, con il duplice obiettivo di mantenere in modo sostenibile sia il prelievo sia la protezione e conservazione della biodiversità marina».

Il progetto MOPA, finanziato dai fondi europei si avvale di una rete di partner costituita dalle Aree Marine Protette Capo Gallo-Isola delle Femmine (PA), Capo Milazzo (ME), Isola di Ustica (PA), Plemmirio (SR) e Isole Ciclopi (CT), e dalla Capitaneria di Porto Palermo – Guardia Costiera, con il supporto tecnico di ERI – European Research Institute e C.R.E.A. – Cooperativa Ricerche Ecologiche ed Ambientali.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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