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Anche due Caravaggio al MuMe di Messina

Di redazione |

MESSINA – Apre da oggi ufficialmente al pubblico il Museo Interdisciplinare Regionale (MuMe) di Messina del quale, dopo una prima parziale consegna il 9 dicembre scorso, sono stati aperti al pubblico tutti i restanti settori espositivi che definiscono l’articolato percorso medievale e moderno, con opere dall’XI secolo ai primi anni del Novecento. Con i capolavori di Antonello da Messina, Caravaggio, Alibrandi, Gagini, Montorsoli – solo per citare i più noti – il MuMe, oggi commisurato alla vastità e al prestigio delle sue collezioni civiche e delle centinaia di opere recuperate dalle macerie di chiese e piazze all’indomani del terremoto del 1908, non è solo un contenitore d’arte. Piuttosto un autentico luogo d’identità ritrovata, uno spazio museale di respiro europeo. Con circa 750 capolavori distribuiti in 4700 mq di superficie interna su due livelli – percorso medievale, moderno, sezione archeologica e nelle aree e piazzali esterni – il patrimonio del MuMe è arricchito da opere di provenienza «estera».

Chi arriva al MuMe percorre la storia e si ferma affascinato, non soltanto dinanzi ai due grandi capolavori di Caravaggio (realizzati da Michelangelo Merisi in fuga in Sicilia: una “Resurrezione di Lazzaro» e l’”Adorazione dei Pastori”) e ai due Antonello da Messina (“Polittico di San Gregorio», opera datata e firmata, unica nel suo genere proprio per questa particolarità; e l’attribuita tavoletta bifronte acquistata nel 2006 da Christiès, con un «Ecce Homo» e una «Madonna con Bambino e francescano», esposta a Taormina in occasione del G7 del maggio 2017). Il percorso museale seguito è quello cronologico e nella collezione permanente, insieme ai vari capolavori già esposti stabilmente o a rotazione nelle sale della ex Filanda Mellinghoff, figurano decine di inediti o comunque pezzi poco conosciuti dalla comunità.

Il Museo Interdisciplinare Regionale di Messina si inserisce in un ampio Parco Museale che, per dimensioni e superfici espositive, si configura come uno dei più grandi del Meridione d’Italia. Ospita circa 750 opere (fra la sezione archeologica, il percorso medievale-moderno e le aree esterne) in un arco temporale che va dalla fondazione della città e fino alle soglie del XX secolo e riunisce la storica collezione civica del Museo Peloritano e le centinaia di reperti architettonici, opere d’arte di chiese ed edifici storici distrutti dal terremoto del 1908 e faticosamente strappati alle macerie. Il MuMe si estende, complessivamente, su oltre 17.000 mq, nell’area dell’ex monastero di S. Salvatore dei Greci, attorno al quale è stato concepito e progettato.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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