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E’ la giornata delle vittime dell’amianto: in Sicilia causa ancora 600 morti ogni anno

Di Redazione |

PALERMO – Si celebra oggi in tutto il mondo la giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto. A seguito della messa al bando di questo metallo, avvenuta oltre vent’anni fa grazie alla legge n.257 del 1992, sono cessate le esposizioni significative di tipo professionale a questo agente cancerogeno. La Sicilia, dove le operazioni di bonifica vanno a rilento, è forse la terra che ha pagato, e continua a pagare, per il più alto numero di vittime, causate soprattutto dal mesotelioma pleurico. 

Secondo Ezio Bonanni, presidente dell’Ona (Osservatorio nazionale amianto) «in Sicilia ogni anno vi sono circa 600 morti per tumori legati alla presenza di amianto». «Abbiamo effettuato una panoramica sulle “morti bianche” in Sicilia – ha detto Bonanni nel corso di un recente incontro sul tema a Palazzo dei Normanni – e abbiamo raccolto dati nuovi: la stima di circa 100 decessi annui per amianto è dovuta al fatto che l’ufficio epidemiologico raccoglie solo i dati relativi a questa specifica patologia, ma l’amianto è un “cancerogeno completo” che provoca diversi tipi di tumori. A queste 100 morti, dunque, devono essere aggiunte circa 200 persone decessi per cancro polmonare, l’amianto infatti molto spesso aumenta gli effetti dei cancerogeni del fumo. Ci sono poi i decessi per cancro alla laringe o le donne che muoiono per cancro alle ovaie, ed anche questi possono essere ricondotti all’amianto. Calcoliamo dunque che i morti per amianto in Sicilia sono circa 600 ogni anno. E poi non c’è solo il rischio amianto, in molte aree abbiamo riscontrato un pericoloso cocktail di elementi cancerogeni». «Nella zona di Siracusa e di Priolo – ha aggiunto il presidente dell’Ona – vi un’alta presenza di patologie da amianto, nella zona di Gela invece abbiamo riscontrato tumori e un’alta incidenza di malformazioni del feto». Nel corso di quell’incontro era stato lanciato un «”appello” affinché si applichi la legge regionale 10/2014 contro l’amianto promossa da Pippo Gianni, già parlamentare regionale e nazionale e coordinatore del comitato tecnico scientifico Ona. 

Un report di Legambiente punta il dito invece contro i ritardi nell’Isola sulle operazioni di bonifica. «Otto comuni siciliani su dieci si trovano senza Piano comunale amianto. Anche il censimento dei siti contaminati procede a rilento. Nel 2017 sono state solo 381 le autonotifiche prevenute pari ad appena un terzo rispetto a quelle registrate nel 2016 che si sono attestate a 1.113 comunicazioni». «In Italia – dice l’associazione – questa fibra killer continua ad essere ancora molto diffusa e a minacciare la salute dei cittadini e l’ambiente. A gravare sulle spalle del Paese, ancora sotto scacco dell’amianto, anche i ritardi legati agli obblighi di legge, e in particolare ai piani regionali amianto (Pra) che dovevano essere pubblicati entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge e che mancano ancora in alcune Regioni».

In Sicilia, i dati dell’ultimo anno testimoniano un pericoloso rallentamento negli adempimenti richiesti, in particolare nel numero di Piani Comunali approvati, appena 84 su 390 (pari al 21,5%) i Comuni che si sono dotati di tale strumento. L’esposizione all’amianto si traduce nell’insorgenza di patologie mortali delle quali ha un ruolo di primaria importanza il mesotelioma pleurico. In Sicilia, tra il 1998 ed il 2016, più di 1.500 casi. Palermo è in valore assoluto quella nella quale si sono registrati più casi, tuttavia rapportando i dati alla popolazione residente si nota che la provincia a più alta incidenza annuale è Siracusa, seguita dalla stessa Palermo e da Ragusa. A fronte delle 12.057 strutture censite con presenza di cemento amianto dei quali in prevalenza costituita da edifici residenziali (circa il 65%) sono stati rimossi, al 31 dicembre 2017, 9.064 tonnellate con un aumento di circa il 4.5% per cento rispetto all’anno precedente. Di queste, il 91,5 % sono riconducibili a materiale compatto e il 17,5 a materiale di tipo friabile.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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