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Laura Boldrini a bordo della San Giorgio

Laura Boldrini a bordo della San Giorgio «Immigrazione, l’Ue non fa la sua parte»

La presidente della Camera in visita nel Siracusano

Di Redazione |

«L’assistenza ai migranti deve tenere conto che gli arrivi via mare non sono una emergenza, ma un fattore strutturale». Lo ha detto il presidente della Camera Laura Boldrini oggi su Nave San Giorgio, nel Canale di Sicilia. La presidente della Camera è nel Siracusano in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. A bordo della Nave San Giorgio c’è andata con una motovedetta partita da Augusta. Con lei c’è anche il capo di Stato Maggiore della Marina militare, ammiraglio Giuseppe De Giorgi. «Occorre monitorare i centri di accoglienza – ha aggiunto la presidente della Camera – perché si spende denaro che deve essere usato al meglio: le convenzioni devono essere rispettate e occorre controllare i centri che non hanno i requisiti soprattutto per i minorenni. Evitiamo quindi di buttare denaro, dobbiamo imparare dagli errori fatti». Secondo Laura Boldrini «è auspicabile un centro di coordinamento nazionale unico perché se piccoli comuni si dovessero occupare dei minorenni da soli, finanziariamente non si potrebbero permettere poi di andare avanti. Questo non è certo una scelta accettabile». Laura Boldrini ha anche messo l’accento sulle mancanze della Ue: «L’Unione Europea non fa la sua parte perchè non provvede a salvare le vite umane in mare. Dico che Mare nostrum è un’operazione importante ma da sola non basta a dare risposte a chi fugge. Chi scappa – ha aggiunto – lo fa perchè non c’è sicurezza nei loro Paesi. Servono alternative, magari intervenendo in quei Paesi, aprendo i negoziati o coinvolgendo le ambasciate». A questo proposito la Boldrini ha auspicato che «le ambasciate europee si attrezzino nei Paesi di transito per esaminare sul posto le domande di richiesta d’asilo e poi per far arrivare i profughi in Europa senza far loro rischiare la vita in mare, tagliando gli affari dei trafficanti. Anche le organizzazioni internazionali potrebbero compiere una prima selezione e poi decidere insieme all’Europa dove far arrivare in sicurezza i profughi».

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