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«Lo street food siciliano è una delizia», parola di Alessandro Borghese

Di Simone Russo |

CATANIA – Lo chef Alessandro Borghese, ha scelto Catania per un esclusivo show cooking. Un centinaio di fortunati, hanno avuto la possibilità di assistere a una lezione gratuita da parte di uno degli chef più amati e noti, anche grazie alla costante presenza in tv. Borghese, oltre ad essere un cuoco, è infatti anche autore e conduttore televisivo. La popolarità è arrivata con programmi come “Cuochi e Fiamme”, “Cucina con Ale”, “Ale contro tutti”, “4 ristoranti” e “Cuochi d’Italia”.

«Ogni volta che vengo in Sicilia – dice Borghese – sono felicissimo. Catania è un posto meraviglioso, sono venuto sia per motivi lavorativi che per vacanza. L’ultima volta che ero venuto era stato per il programma “4 Ristoranti” : sono salito sull’Etna e poi sono andato a vedere questo meraviglioso mercato del pesce. È stato veramente bellissimo. Avete un centro storico meraviglioso ed è molto qualificato, rispetto a tanti anni fa. La gente è sempre affettuosa e calorosa. A Catania si mangia sempre bene, se non cerchi le cose sofisticate. Si mangia bene quello che è la tradizione e che arriva dalla terra e dal mare. Non bisogna andare a cercare roba troppo sofisticata. Bisogna mangiare le cose semplici e buone. Le tradizioni di questi luoghi. Ogni volta che vengo in Sicilia, cerco di mangiare lo street food».

Come nasce la sua passione per la cucina?«Nasce una vita fa. A 14 anni trafficavo in cucina con mio padre e da lì è nata la voglia di volerlo fare e di voler dedicare una vita agli altri. Perché in realtà un cuoco fa proprio questo. Cucina per gli altri. È un atto d’amore. È un darsi tramite la cucina. Avendo sempre il rispetto per la materia prima. Un cuoco fa il 10% del piatto, perché il 90% lo fa, ad esempio, un buon pomodoro. Se ho un buon pomodoro devo toccarlo poco. Se c’è l’ho un po’ brutto, invece, mi tocca faticare un po’. Con un buon pomodoro, basta un pizzico di sale e di olio, ed è fatto».

Come si spiega il boom della cucina in tv? «La maggior parte della cucina in tv l’ho portata io 12 anni fa. C’era qualche programma, ma dopo di me, molti miei colleghi mi hanno seguito a ruota. Poi è diventato un grande business televisivo, nonché un qualcosa che ha fatto bene a tutta la filiera. Nel senso che ha aiutato le scuole alberghiere, i produttori e tutta la grossa macchina che ci ruota intorno. In Italia, purtroppo, siamo molto bravi, ma ci sappiamo vendere veramente molto male. Dobbiamo venderci meglio».

Dopo una giornata di lavoro, quando arriva a casa, cosa si prepara come piatto preferito? «Dormo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA