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Nicole aveva una malformazione?

Nicole aveva una malformazione? L’autopsia dà le prime possibili risposte

Procura non ha interrogato indagati. Esami con un dubbio atroce

Di Mario Barresi |

CATANIA – C’è un ipotesi. Clamorosa. Ancora da confermare. Seppur molto accreditata fra i periti che cercano la verità sulla terribile fine di Nicole. La neonata morta in ambulanza avrebbe avuto una malformazione cardiaca congenita, non diagnosticata nel corso della gravidanza della madre seguita alla clinica “Gibiino” di Catania. È un primo riscontro dell’autopsia che è stata eseguita lo scorso 17 febbraio all’obitorio dell’ospedale “Paternò-Arezzo” di Ragusa, destinazione finale del tragico viaggio alla ricerca di un posto in rianimazione neonatale. Una convinzione condivisa da più medici, dopo l’esame macroscopico, che adesso dovrà essere attestata dall’esame istologico, in programma fra qualche giorno.   Se fosse davvero così, allora il destino di Nicole – a prescindere dalla “filiera delle colpe” dal parto alla morte – era già in parte segnato. Anche se, precisano i medici, questo tipo di patologia si poteva individuare con un ecocardio fetale. E ciò potrebbe spostare anche una certa percentuale di responsabilità di chi aveva in cura la madre, Tania Egitto. La Procura di Catania aspetta l’esito del lavoro dei tre consulenti: i catanesi Giuseppe Ragazzi (medico legale) e Claudia Giuffrida (ginecologa), e la messinese Eloisa Gitto (specialista di neonatologia e rianimazione). All’esame autoptico hanno partecipato anche i periti di parte.   I primi elementi emersi erano la probabile morte per crisi respiratoria e un’ecchimosi da rianimazione, potenziale conferma che la bimba fosse nata viva e poi soccorsa; anche se la famiglia ha più volte espresso il dubbio che Nicole non avesse nemmeno cominciato la sua brevissima vita. Anche se dalla cartella clinica risulta un indice di vitalità neonatale (l’Apgar) pari a tre, «fortemente sofferente», ma comunque vita, oltre che un 97% di saturazione dopo la ventilazione per l’evidente insufficienza respiratoria. Se questi dati non fossero veri, allora lo scenario della morte sarebbe davvero ancor più inquietante. Sono stati compiuti prelievi ematici ed istologici; prelevati anche i minuscoli organi.   Per il referto i medici legali si sono riservati 60 giorni dall’autopsia, ma per un caso così importante si sta accelerando. Anche perché, fin quando non arriverà la perizia, i magistrati (che hanno già sentito genitori e familiari della piccola) non non interrogheranno gli indagati: i cinque medici della clinica “Gibiino”, Antonio Di Pasquale (neonatologo), Maria Ausilia Palermo (ginecologa), Giovanni Alessandro Gibiino (anestesista), Sebastiano Ventura e Adolfo Tomarchio (rianimatori); Isabella Bartoli (coordinatrice 118 Catania), Vincenzo Mirabile (infermiere 118), Salvatore Cilauro (medico Utin “Policlinico”), Alessandro Rodonò (medico Utin “Santo Bambino”).   twitter: @MarioBarresi  

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