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Perché si chiama Vucciria?

Di Redazione |

Il termine “vucciria” deriva dal francese boucherie, in italiano macelleria, poi italianizzato in bocceria e infine sicilianizzato per essere usato oggi con il significato di confusione, cioè quel miscuglio incomprensibile di voci, di persone, di oggetti, di espressioni e di azioni tipiche del mercato.

Questo conduce alla struttura del mercato palermitano, che ricorda moltissimo i suk, quei mercati organizzati in corporazioni, nati dalla cultura degli arabi, che furono i padroni della Sicilia tra il IX e il X secolo.

Chi osserva il quadro è affascinato dalla vucciria della gente, dalla confusione quindi, della gente e della merce, come se le voci e gli odori venissero fuori dal dipinto. Si possono notare i passanti che si incrociano in un contatto fisico che sembra abituale, in considerazione del poco spazio e del grande afflusso di gente.

In tutta la scena appare solo un pezzetto di strada visibile ai piedi della donna al centro della scena. Lo spazio viene scandito ritmicamente dalle cassette ricche di pesci e di crostacei a sinistra, dal marmo, dove il pescivendolo mette in bella mostra le teste dei pescispada, fino alle casse di frutta e verdura che circondano i passanti, senza dimenticare la macelleria con il realismo crudo delle carni appese sugli uncini da carnezziere.

L’evento è promosso dall’Università di Palermo, dalla Fondazione Sicilia e organizzato da Civita, con il contributo di Igea Banca.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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