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Pronta la nuova rete ospedaliera siciliana

Pronta la nuova rete ospedaliera siciliana non solo tagli ma anche accorpamenti

Entro il 2016 ci saranno 500 primari e aiuti in meno e presidì riuniti

Di Antonio Fiascoanro |

È un’occasione da non perdere: il ministero della Salute ha dato il via libera alla Regione per la rimodulazione delle rete ospedaliera nell’Isola. Ma ha posto, allo stesso tempo, condizioni e “paletti” che non potranno essere sottovalutati: tagliare non con un bisturi, bensì a colpi di mannaia i dirigenti di secondo livello (primari) e dirigenti di primo livello (aiuti e assistenti) delle strutture ospedaliere che operano nelle unità operative complesse (si parla di almeno 300 primari e di poco più di 200 tra aiuti e assistenti). Se queste condizioni non saranno adempiute entro il 31 dicembre 2016, il rischio è che l’Isola non potrà, come è stato sottolineato dal presidente dalla commissione Sanità, Pippo Digiacomo, «riconquistare sette punti di percentuale sulla compartecipazione in tema di sanità tra Regione e Stato, passando dall’attuale 49,11% al 42%». Ed a proposito di commissione Sanità, questa mercoledì prossimo esaminerà il documento della nuova rete ospedaliera – siamo al terzo piano messo a punto e rivisitato dopo le varie osservazioni del ministero – e il parere sarà obbligatorio ma non vincolante. «Dopo il nostro parere – aggiunge Digiacomo – sarà la volta della pubblicazione in Gazzetta ufficiale. A quel punto le aziende ospedaliere e le Asp dovranno rivedere la propria pianta organica. E a quel punto, probabilmente entro la fine dell’anno, bandire i nuovi concorsi nella Sanità siciliana». I NUOVI POSTI LETTO. Si passa dai quasi 17mila attivi oggi ai 18.371. Saliranno, quindi, di circa 1.400. L’Asp di Palermo godrà della crescita maggiore (più 386 posti letto), seguita dall’Asp di Trapani (260), da quella di Catania (190), di Agrigento (161) e via via le altre. Nelle aziende del capoluogo 68 posti letto in più al Villa Sofia-Cervello e 58 in più al Policlinico. Scendono i posti letto al Giglio di Cefalù (-24) e al Buccheri La Ferla (-15). Tutti nel pubblico, invece i 260 posti in più all’Asp Trapanese, mentre a Catania 10 posti letto in meno al Garibaldi e 25 in più al Policlinico. Unica Asp con un segno “meno” è quella di Messina: i posti letto scenderanno di 41 unità. Ben 51 posti letto salteranno al “Papardo-Piemonte”, mentre il Policlinico aumenterà 39 unità. TAGLI DELLE UNITA’ OPERATIVE. La Sicilia dovrà adeguarsi al regolamento assai rigido fissato dal ministero. Oltre alle strutture ospedaliere, gli accorpamenti riguarderanno anche le unità complesse. Così, rispetto alla situazione attuale, dovranno “chiudere i battenti” 33 reparti di Cardiologia, 51 di Chirurgia generale, 8 di Chirurgia vascolare, 5 di Ematologia, 24 di Medicina generale, 15 di Nefrologia, 15 di Oculistica, 30 di Ortopedia e Traumatologia, 27 di Ostetri- e Ginecologia, 13 di Pediatria, 8 di Psichiatria, 15 di Urologia, 21 di Terapia intensiva, 8 di Pneumologia, 20 di Oncologia, 7 di Terapia intensiva. Di contro cresceranno invece, ma teoricamente, le unità complesse di Allergologia, Recupero e riabilitazione funzionale (fino a 26) e Radiologia (fino a 29). «Finalmente si dovrà procedere agli accorpamenti – spiega Digiacomo – dovranno sparire tutte le duplicazioni di reparti che finora sono serviti soltanto a creare primariati e altre figure quali aiuti e assistenti». Nell’Isola, infatti, ci sono ancora oggi ospedali grandi e piccoli dove incidono notevolemente i cosiddetti doppioni. Non una chirurgia generale, ma anche due o tre nello stesso complesso. Non una pneumogia ma anche due. Per fare alcuni esempi. OSPEDALI RIUNITI. Il Piano prevede, com’era stato annunciato qualche mese fa dall’assessore alla Salute, Lucia Borsellino all’accorpamento dei piccoli presìdi in “ospedali riuniti”. In provincia di Agrigento, verranno riuniti in un’unica struttura organizzativa gli ospedali di Sciacca e Ribera, e quelli di Canicattì e Licata. Nella provincia di Caltanissetta i vecchi 6 ospedali verranno accorpati in due sole strutture: quelle di “Caltanissetta-San Cataldo e Mussomeli”, e “Mazzarino, Niscemi e Gela”. Nella provincia di Catania i 7 presìdi ospedalieri verranno accorpati in tre ospedali riuniti: “Acireale-Giarre”, “Biancavilla-Paternò-Bronte”, “Militello-Caltagirone”. Nell’ennese i quattro ospedali verranno trasformati in due ospedali riuniti: “Nicosia-Leonforte” e “Enna-Piazza Armerina”. In provincia di Messina, invece, resteranno “indipendenti” i presìdi di Patti e Taormina, mentre verranno accorpati gli altri cinque in due distinti ospedali riuniti: “Milazzo-Barcellona-Lipari” e “Sant’Agata-Mistretta”. In provincia di Palermo i quattro ospedali verranno accorpati negli ospedali riuniti “Partinico-Corleone” e “Petralia-Termini Imerese”. In provincia di Ragusa dei cinque presidi ospedalieri ne resterà uno: quello della città di capoluogo. Gli altri quattro, invece, verranno accorpati in due distinti ospedali riuniti: il “Vittoria-Comiso” e lo “Scicli-Modica”. A Siracusa, dei cinque differenti ospedali ne resteranno autonomi solo tre: quello di Lentini, quello di Augusta e quello di Siracusa. Gli altri due (Noto e Avola) verranno accorpati in un unico ospedale riunito. In provincia di Trapani, infine, si passerà, invece, da sette diversi presidi ospedalieri a tre ospedali riuniti: l’accorpamento riguarderà i poli di Trapani, Alcamo e Pantelleria, quelli di Marsala e Salemi e quelli di Mazara del Vallo e Castelvetrano.

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