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Radiance, tra cecità, amore e luce

Di Redazione |

CANNES, 23 MAG – “Niente è più bello di quello che si ha sotto gli occhi e si avvia a scomparire”. Questa la frase tormentone di Hikari (Radiance) della regista giapponese Naomi Kawase, passato in concorso a Cannes e accolto da applausi alla prima stampa. Un film sulla luce e sul cinema, ma anche un’opera sull’amore. Si affronta la cecità, quella anche più dolorosa perché colpisce un fotografo e artista come Masaya Nakamori (Masatoshi Nagase), che ha preso l’abitudine di frequentare versioni cinematografiche per non vedenti. Qui incontra Misako Ozaki (Ayame Misaki), autrice appassionata di queste versioni e che descrive, attraverso le parole, quelle immagini che i ciechi non possono vedere. “Questo film vuole parlare di quando la luce incontra il buio e tutto diventa un incubo, ma soprattutto tratta dell’amore per il cinema” dice la regista sulla Croisette.

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