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Renzi: “Se il Sud riparte, l’Italia diventa la locomotiva d’Europa”. E annuncia sgravi per le nuove assunzioni

Di Alfredo Pecoraro |

Non parla di Questione meridionale ma di un grande ‘progetto per il Sud’: un piano di sostegno ad ampio respiro verso l’area più debole del Paese «che fa ancora fatica, con i giovani che continuano ad andare via», tanto che il premier Matteo Renzi si spinge a dire di non essere soddisfatto «per niente» della trimestrale sul Pil, nonostante il dato nazionale positivo registrato dall’Istat sulla crescita.

E per dare impulso al Mezzogiorno, la cui ripresa, secondo il premier, consentirà «all’Italia di avere la leadership in Europa», il governo mette sul piatto la decontribuzione totale per le imprese che nel 2017 assumeranno al Sud e investimenti per le opere pubbliche. Il Sud che «arranca» ma che ha «grandi risorse per potere riemergere» è il leit-motiv della full-immersion del premier in Sicilia: un tour di due giorni, con al fianco il sottosegretario Davide Faraone, per incontrare manager, imprenditori, agricoltori, accademici, professionisti e lavoratori.

Da Catania a Palermo, Renzi spinge sull’acceleratore chiamando a raccolta le categorie sociali per fare «sistema», spiegando che il referendum costituzionale rappresenta, in questo schema di progetto, «un’opportunità per il Paese» non solo contro «la casta e i privilegi» ma soprattutto per dare slancio «al futuro dell’Italia». «Abbiamo sprecato tempo perché qualcuno ha pensato di far vincere la cultura dell’austerity e quindi ha dimezzato gli investimenti pubblici in Italia, con un ragionamento filosofico suicida che ha portato la riduzione di 20 miliardi di finanziamento» argomenta il premier. «Non lasceremo che il Paese commetta gli errori del passato quando si è deciso di tagliare sulle opere pubbliche, tagliando il suo futuro, la sua possibilità di crescita», avverte. «Se riusciremo a far ripartire il Sud saremo nelle condizioni di diventare la locomotiva dell’Europa», è il refrain di Renzi. Perché «per troppo tempo c’è stata grande attenzione per il Nord e scarsa attenzione per il Sud, questo ‘combinato dispostò, una parola che va tanto di moda per ora, ha portato la Sicilia a ritardi fortissimi e carenza occupazionale».

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Per il premier oggi «abbiamo due Italie: una che cresce in termini di posti di lavoro, cioè il Nord, e una che continua ad arrancare, cioè il Sud. I numeri sono 656 mila posti di lavoro in più con il jobs act, 700 mila inattivi in meno e la cassa integrazione che crolla; ma a fronte di questi tre numeri dobbiamo registrare un’assurda differenza tra Nord e Sud». 

«I soldi ci sono – assicura – gli alibi stanno a zero: abbiamo rimosso tutti gli ostacoli. Qui ci sono i soldi, altri 470 milioni vengono liberati per le infrastrutture». Fondi nuovi che il premier annuncia nel corso di un sopralluogo nel cantieri della statale Agrigento-Caltanissetta. «C’è stata una cultura in Italia, e in alcuni casi c’è ancora, per cui se ci sono problemi sugli appalti si arrestano le opere, io sono dell’opinione che se ci sono problemi sugli appalti si arrestano i ladri ma i lavori bisogna mandarli avanti».

E ancora: «C’è necessità di investire sui porti e sull’economia del mare ingiustamente tagliuzzata negli anni passati. E’ come se la Bella addormentata si fosse svegliata, non c’è stato bisogno del bacio del principe Delrio (il ministro), non di un investimento particolare ma di serietà e rigore». E di fronte alla platea di agricoltori, a Palermo, annuncia: «venerdì manderemo a Bruxelles il decreto sull’etichettatura del grano». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA