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Ecco i motivi del ricorso al Tar presentato da Giuseppe Spata

Di Maria Concetta Goldini |

GELA (CALTANISSETTA) – Si compone di 31 pagine il ricorso che l’avv. Antonia Sartorio dello studio Polizzotto ha depositato al Tar per conto del centrodestra rappresentato dal candidato a sindaco Giuseppe Spata, dell’esponente dei centristi Ennio Di Pietro e da una elettrice Tiziana Pizzardi. I tre ricorrono contro il Comune, il consiglio comunale, l’ufficio centrale elettorale, la Commissione elettorale circondariale di Gela e la Prefettura e nei confronti del sindaco eletto Lucio Greco, dei consiglieri di maggioranza, degli assessori, dei presentatori e dei delegati delle 5 liste di Greco ed anche nei confronti del candidato a sindaco Maurizio Melfa.

La richiesta. Ai giudici del Tribunale amministrativo viene chiesto di annullare tutta una serie di verbali che vanno dalle ammissioni alle elezioni di 4 delle 5 liste di Greco (Un’altra Gela, Azzurri per Gela, Una buona idea e Uniti siamo gelesi). Da annullare secondo i ricorrenti sono anche i verbali delle operazioni elettorali di 11 sezioni (sono la 13, 20, 22, 26, 28, 35, 39, 41, 50, 61 e 62) che non riportano i voti espressi sia per la lista sia per il candidato a sindaco. L’obiettivo è quello di ottenere dal Tar l’esclusione dalla competizione elettorale ormai conclusa delle 4 liste collegate a Lucio Greco con la conseguente correzione del risultato elettorale. In primo luogo i ricorrenti chiedono che il ballottaggio va ripetuto ma non tra Greco e Spata ma tra Spata e Melfa ( che nel frattempo si sono alleati) oppure, se i voti risulteranno superiori al 40% del totale di quelli validi ottenuti dai candidati a sindaco di proclamare Spata sindaco al primo turno ed assegnare il premio di maggioranza alle sue liste.

Il riscontro. I dati elettorali emersi al primo turno ed al ballottaggio secondo Giuseppe Spata sono errati perché sono scaturiti dal conteggio dei consensi ottenuti da 4 liste che avrebbero dovuto essere escluse dalla competizione perché la raccolta delle firme a sostegno di quelle liste si è svolta in modo illegittimo. Il testo unico sulle elezioni del consiglio comunale nella Regione Sicilia prevede che i sottoscrittori delle liste devono apporre la loro forma su moduli recanti il contrassegno della lista, i dati anagrafici di tutti i candidati al consiglio. Quando il cittadino firma una lista deve conoscere i nomi dei consiglieri della lista che sta appoggiando. L’allegato 1 ter fornito dall’Assessorato regionale con i simboli delle liste e i nomi dei candidati va sempre unito ai moduli aggiuntivi usati per raccogliere le firme. Ma le 4 liste di Greco hanno effettuato – secondo i ricorrenti – una raccolta attraverso la sottoscrizione di fogli mobili non spillati, non collegati tra loro, né spillati e collegati al foglio di frontespizio. Chi ha firmato conosceva la lista da sostenere ma non il nome dei candidati. La collazione dei fogli è avvenuta in un secondo momento. A raccolta finita i fogli mobili sono stati spillati con il frontespizio.

Le prove. A sostegno di questa tesi vengono prodotti al Tar video di servizi di tv locali, articoli di stampa e dichiarazioni di elettori. Ma c’è dell’altro: il frontespizio della raccolta firme con i nomi dei candidati al consiglio è stati a lungo incompleto dei nomi dei candidati della lista perché molti accordi sono stati raggiunti quasi allo scadere dei termini. Un modus operandi erroneo ed illegittimo che anche le liste di Spata avevano inizialmente adottato: firme raccolte su fogli singoli collegati al frontespizio solo al termine della raccolta delle 400 necessarie e con il timbro apposto dall’Ufficio elettorale. Dopo il 30 marzo le liste civiche collegate a Spata resesi conto dell’errore hanno effettuato una nuova raccolta di firme nel rispetto elle leggi, quelle di Greco no.

Questa vicenda della raccolta illegittima di firme scoppiò fin dal giorno del deposito dei simboli di liste all’ufficio comunale preposto. Ci furono articoli di stampa e servizi televisivi e il gruppo di Spata si attrezzò per raccogliere prove e tenerle in caldo nel caso servissero per un ricorso. Ci sono foto e filmati con fogli mobili appoggiati sul tavolo e i dipendenti comunali che fanno firmare i cittadini su quei fogli liberi. Solo le liste di Melfa avevano in prima pagina i nomi dei candidati. Altre foto ed immagini evidenziano nomi di cittadini che nel foglio firmato sono in una posizione che poi cambia a seguito della collazione successiva. Insomma tra il 16 ed il 19 marzo nessuno aveva compilato il primo foglio del modulo 1 ter con i nomi dei 24 candidati al consiglio perché c’erano trattative e movimenti in corso. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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