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Ricercatori per una notte: scienza e cultura in vetrina

Di Pierangela Cannone |

CATANIA – Studenti che si sono messi in gioco perché è stata data loro la possibilità di dimostrare ciò che stanno apprendendo durante il percorso universitario costellato di libri e dispense da fare proprie, ma anche bambini e famiglie che hanno vissuto la città – e i poli culturali di cui è custode – animati dalla gioia della scoperta. È questa, forse, la chiave d’interpretazione che meglio descrive ciò che è stata “La notte europea dei ricercatori”, l’evento organizzato da “Sharper” (sharing researchers’passions for evidences and resilience), promosso dal 2005 dalla Commissione europea, realizzato a Catania sia dai Laboratori nazionali del Sud (Lns) dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) sia dall’Università e che, quest’anno, ha coinvolto una fitta rete di istituzioni: l’Inaf, l’ Ingv, il Centro siciliano di Fisica nucleare e di Struttura della Materia, il Cnr – Imm, la Fce-Metro e Officine Culturali, con un ulteriore partecipazione di oltre venti partner che venerdì hanno organizzato ottanta eventi in diciassette siti culturali della città, trasformando le piazze in laboratori e viceversa.

Protagonisti indiscussi, però, sono stati gli studenti dell’Università che, supportati dai loro docenti, hanno fatto sì che chiunque potesse sentirsi “ricercatore” per… una notte. Come il piccolo Vittorio di nove anni che, in compagnia di mamma e papà, ha assistito entusiasta alla spiegazione di un gruppo di studentesse di Fisica che, in piazza Università, gli hanno fatto toccare con mano il processo di realizzazione di un dentifricio. Esperimenti, dunque, a misura di bambino, ma non solo. «Abbiamo fatto osservare alle lenti del microscopio – spiega Giuseppe Catania, studente di Geologia – le spugne e i batteri che si trovano comunemente tra i granelli di sabbia. La domanda più frequente? Il processo di formazione del guscio di un corallo. L’ho ripetuto diverse volte, ma non mi sono mai stancato. La geologia è la mia passione ed è stata una bella esperienza condividere con i neofiti ciò che quotidianamente apprendo nel percorso di studi».

Così anche lo studente di Fisica, Gabriele Trovato, che presta il proprio contributo nella stazione metro, alla fermata Giovanni XXIII, “trasformata” in un polo ricreativo. «Ho gestito il palco per i mini talk – dice – e ho assistito i bambini durante i laboratori di disegno. Tutto è stato improntato sulla scienza e sui pianeti. Per noi studenti è stata un’esperienza unica: le maggiori istituzioni della città ci hanno dato fiducia. “La notte dei ricercatori” è durata solo un giorno, ma ci ha permesso di metterci in gioco oltre le mura di un palazzo».

E a proposito di confini, è piaciuto molto al pubblico l’esperimento di Damiano Aiello, laureando in Ingegneria edile e architettura, che ha sfruttato l’occasione per raccogliere feedback sulla sua tesi di laurea in virtual reality applicata alla valorizzazione del patrimonio culturale: «Le persone sono molto curiose – afferma – e restituiscono pareri importanti. Percepisco, dunque, il bisogno della gente di riappropriarsi della propria cultura e la presenza massiccia a questo evento ne è la prova».

In migliaia, infatti, hanno affollato i siti nevralgici della manifestazione, nella piena soddisfazione degli addetti ai lavori. «La città ha risposto con interesse e curiosità – sostiene il rettore dell’Università, Francesco Basile – e ciò significa che c’è bisogno di mettere più spesso in contatto gli studenti di tutti i dipartimenti, che hanno molto da dare. Ringrazio, dunque, i docenti, gli studenti e dottorandi che si sono spesi in prima persona per il buon risultato della manifestazione». Il direttore dei Laboratori nazionali del Sud, Giacomo Cuttone: «La numerosa presenza di visitatori – ha più volte ribadito in diretta streaming sui maxischermi in piazza Università – testimonia la necessità di sostenere concretamente la ricerca e i ricercatori, capaci di creare anche occasioni di sviluppo per il territorio».

Entusiasti soprattutto i visitatori, come la famiglia Carbone: «Cerchiamo di partecipare a tutti gli eventi che coinvolgono i bambini – affermano mamma Francesca e papà Vincenzo – e Catania si sta dando da fare in questo. Abbiamo apprezzato molto gli eventi in metropolitana perché ci hanno invogliato a raggiungere più siti della città, che vanno vissuti e promossi». «I giovani – affermano Daniele e Monica Scevola – hanno bisogno di spazio per dimostrare quanto sono in grado di fare. Abbiamo apprezzato gli stand sul rumore ambientale e sul micro nano cosmo, che hanno intrattenuto attivamente i nostri figli Alberto e Carla». La manifestazione si è protratta fino alle 2 così da soddisfare anche la curiosità dei nottambuli. Poi, su “La notte dei ricercatori” è calato il sipario, ma è solo un arrivederci: l’appuntamento è al prossimo anno, grazie alla già espressa rinnovata fiducia della Commissione europea.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA