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Spiagge libere in Sicilia: partenza a gonfie vele. Il futuro si gioca in 2 mesi

Di Maria Elena Quaiotti |

Catania –  Non c’è dubbio, il “must” dell’estate siciliana 2020 in tempi di Covid, almeno per ora, si confermano essere le spiagge libere: affollate, affollatissime, a volte anche al limite delle indicazioni anti Covid. Le spiagge libere stanno infatti “godendo”, chi più chi meno, di una inedita organizzazione alla quale i Comuni sono stati “costretti” dalla pandemia, spesso però ricavandone un “feedback” più che positivo. È il caso della Plaia di Catania, che ha aperto finora due delle tre spiagge libere (l’ultima, la numero uno, aprirà entro questa settimana) offrendo distanziamento adeguato, servizi e anche uno spazio per gli amici a quattro zampe (nella numero due), ma con regole precise: i cani potranno accedere dopo le 16, per evitare l’eccessiva calura, devono essere tenuti sempre al guinzaglio, tranne nell’area sgambamento dedicata, e i padroni dovranno avere cura di non lasciare “ricordini” sulla sabbia. Nel ragusano si sta mettendo a punto un’app per monitorare gli accessi alle spiagge libere iblee, con lo scopo di evitare il sovraffollamento, e dare la possibilità di prenotare già da casa il proprio “posto al sole”.

Una app per prenotare in sicurezza postazione e ombrellone, invece, è già attiva a San Vito Lo Capo, ma riservata agli stabilimenti balneari, altre app di prenotazione sono state attivate dai singoli gestori, dando così l’idea di un comparto che si muove “a random”. E i dati diffusi ieri da Sib-Confcommercio, sindacato italiano balneari, relativi all’andamento in Sicilia nel mese di giugno, lo confermano: la perdita accertata, rispetto a giugno 2019, è stata del 60%. “Perdita non per forza imputabile al Covid – commenta Ignazio Ragusa, presidente regionale Sib – mi riferisco al fatto che la stagione è partita “fredda” dal punto di vista climatico, poi si è aggiunto il timore del Covid. L’allestimento delle spiagge è iniziato in ritardo, è stato fatto più rapidamente rispetto agli altri anni, ma il tempo dei montaggi non si può accelerare, e nonostante l’incertezza dei parametri da rispettare. I lavori di ripristino dei siti, dopo molti mesi di abbandono dovuto al lockdown, hanno inevitabilmente comportato un aumento dei costi, che prima venivano ammortizzati solo perché il nostro controllo era costante”.

“Il calo registrato è più che fisiologico – prosegue Ragusa – considerato che gli altri anni eravamo pronti già ai primi di giugno. In più si aggiunge un fattore psicologico: tante persone non sono ancora “uscite” dalla “fase 1”, soprattutto quelle della fascia avanzata di età, che si sentono più vulnerabili; in secondo luogo è notevolmente diminuito il potere d’acquisto delle famiglie, che piuttosto che lanciarsi in spese senza essere in grado di sostenerle hanno preferito attendere. Infine, non meno importante, c’è ancora il timore di non trovare i servizi per cui, storicamente, si sceglie un lido: campi da gioco, bambinopoli, animazione, la pulizia estrema. Tutti fattori che, se disattesi possono compromettere una vacanza”.

“Il mese di giugno è stato davvero “penoso” – ammette il presidente regionale Sib – aspettiamo la fine del mese di luglio per avere un quadro definitivo, in fondo il caldo è scoppiato all’improvviso e i dati sui contagi sono ottimistici. A livello regionale si assiste a “nuovi assetti”: a Palermo una delle spiagge più prestigiose ha deciso di non montare le cabine, ma offrire solo ombrelloni e lettini, a Agrigento e Mascali, nonostante i chilometri di spiaggia disponibili, i lettini sono vicini tra di loro. A Taormina e Giardini Naxos sta pesando, e tanto, l’assenza del turismo esterno, mentre nel ragusano e nel siracusano l’impatto è stato minore perché si è curata, negli anni, anche l’utenza locale”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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