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Covid, rianimazioni e reparti si riempiono di nuovo ma sono tutti pazienti non vaccinati

La situazione a Catania p preoccupante soprattutto per quella fascia di popolazione che pur essendo a rischio rifiuta la somministrazione del siero

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Nuovo ingresso in terapia intensiva, il secondo in due giorni e sempre proveniente dal Cannizzaro. Stavolta si tratta di un uomo sulla cinquantina, (non vaccinato come la donna trasferita lo stesso giorno) trasferito, però, dalla Pneumologia Covid del primario Sandro Distefano, che è anche responsabile dell’Utir e del programma di telemedicina Covid a distanza. Distefano, come i suoi colleghi, si manifesta molto preoccupato alla luce del numero dei non vaccinati in tutta la provincia. «ll concetto – spiega – è chiaro. L’anno scorso in questo periodo avevamo pochissimi pazienti in reparto ed era molto raro averne di nuovi. Adesso a fine luglio io in reparto ho 12 degenti, di media sui 45 anni, e alcuni in condizioni serie, con ventilazione forzata e ossigeno ad alti flussi. Il mio collega Carmelo Iacobello, primario di Malattie infettive del Cannizzaro, ne ha 13. Insomma ci vuole poco a capire che se l’anno scorso non avevamo pazienti e adesso su 45 letti disponibili Covid ne abbiamo 25 occupati e due pazienti li abbiamo appena mandati in rianimazione, il rischio è che in autunno si possa assistere a un aumento dei casi, è dietro l’angolo. Io mi ritengo preoccupato anche per un’altra cosa, la variante Delta che è più infettiva del 60% rispetto alla variante inglese che a sua volta era più infettiva del ceppo tradizionale dalle nostre parti è ormai predominante. E’ evidente che se la vaccinazione non procederà a tappeto allora noi avremo sicuramente problemi».

Ma purtroppo la vaccinazione non procede a tappeto, la Sicilia è fanalino di coda e ha il maggior numero di ricoveri e ieri, tanto per fare un esempio, nell’hub vaccinale di Battiati sono state somministrate soltanto 150 prime dosi, una goccia nel deserto se consideriamo che in tutta la provincia ci sono ancora non meno di 350mila persone senza alcuna dose. Allora è evidente che la campagna vaccinale cominciata nel lontano fine dicembre 2020 procede a rilento al punto tale che alcuni dirigenti dell’Asp avrebbero considerato la possibilità per il mese di agosto di chiudere nel pomeriggio alcuni centri se il trend non sarà invertito.

Il nodo più difficile da sciogliere riguarda le decine e decine di migliaia di cittadini compresi nella fascia a rischio, oltre i 60 anni, che ancora oggi continuano a rifiutare i vaccini. L’effetto Draghi, di aver puntato sul green pass ha avuto un risultato per una settimana. Poi pian piano le richieste di prime dosi sono diminuite e adesso sembra che si stia rientrando nella norma. Sul punto relativo alle poche dosi ce oggi vengono iniettate sembra che nei giorni scorsi il responsabile dei Distretti sanitari dell’Asp, Franco Luca, abbia proposto la stipula di un nuovo accordo con i medici di famiglia per aumentare l’incentivo a loro disposizione per le vaccinazioni. L’ufficio dell’Asp su questo argomento avrebbe già attivato il pagamento di 1 milione 200mila euro da dividere tra i 250 medici di famiglia scesi in campo per le immunizzazioni.L’obiettivo è anche spingere molti altri camici bianchi sparsi sl territorio a partecipare attivamente alla campagna vaccinale in questi ultimi due mesi prima dell’autunno per immunizzare quante più persone possibile. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA