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Acireale: assenteismo, le voci degli indagati

Acireale: assenteismo, le voci degli indagati Il centralinista cieco «Un’ingiustizia». Il precario «Pronto a pagare»»

L'inchiesta: 62 indagati / La gente: licenziateli tutti  / VIDEO Sospesi 15 dei 62 dipendenti finiti nei guai con la giustizia

Di Mario Barresi |

ACIREALE. «Ma me lo spiega come fa un non vedente, disabile certificato al cento per cento, a fare queste cose che dicono».

Il beneficio del dubbio ha la voce commossa di Orazio Musmarra da Stazzo, 57 anni, badge matricola n. 510. Lui è la voce ufficiale del Comune di Acireale: sul telefono del suo ufficio, nel plesso di San Cosmo, vengono dirottate tutte le chiamate al centralino dell’ente. E da ieri è sulla bocca di tutti, perché inserito nella lista dei cattivi: è uno dei 12 dipendenti sottoposti all’obbligo di firma dal gip. A Musmarra viene contestata una «ingiustificata presenza per complessivi 374 minuti».

Il centralinista ribatte alle accuse: «È un’ingiustizia, io con questa storia non c’entro nulla». Rivendica di essere un «lavoratore onesto e stimato da tutti, colleghi e cittadini» e sbandiera la sua disabilità come uno degli alibi principali: «In ufficio mi accompagna e mi viene a prendere mia moglie, come posso essere un truffatore? ». Musmarra dà conto anche di un’altra lamentela comune agli altri destinatari delle ordinanze: «Sono venuti a casa mia alle sei di mattina, come se stavano cercando un delinquente. Io, invece, sono una persona perbene. E ad Acireale lo sanno tutti».

Alle 6,30 di ieri ha rischiato l’infarto anche Salvo Trovato, 47 anni, Lsu impiegato al Protocollo. Il suo “punteggio”, secondo l’accusa, è di 211 ore di assenze ingiustificate. «Non so cosa ho fatto in quelle ore, ci sarà un errore. Forse qualche volta avrò accompagnato i bambini a scuola, magari un ritardo per il traffico. Un quarto d’ora, non di più». Ma quest’indagine, dice, «mi sembra una cosa assurda, una barzelletta».

Perché, garantisce, «io sono uno che non ha mai guardato agli orari, un dipendente generoso che ha sempre fatto molto di più di quello che era nel mio orario». E gli altri colleghi? «Io per me, posso parlare». Anche da eterno precario: Lsu dal 16 anni, «ma svolgendo un compito da impiegato a tutti gli effetti». Però alla fine ammette: «Se ho sbagliato sono pronto a pagare, ma non si può fare di tutta l’erba un fascio. Io continuerò ad andare a testa alta». Giampiero Torrisi è l’avvocato di uno degli arrestati ai domiciliari: Orazio Mammino. «Posso fermamente escludere – afferma – la sussistenza delle condotte assenteistiche contestate al dottor Mammino, che sarà in grado di dimostrare all’autorità giudiziaria, nei confronti della quale si nutre massima fiducia, la totale infondatezza delle accuse rivoltegli».

La butta sull’ironia Maurizio Strano, rappresentante della Rsu del Comune. «Non so chi c’è in quella lista dei 47, se è per un caffè potrei esserci anch’io… Chiunque, in queste ore, se lo chiede: ma ci sono anch’io, fra quelli? ».

Un modo anche per sdrammatizzare quello che chiama «un clima pesante, da caccia alle streghe» che si respira negli ultimi mesi fra i dipendenti. Strano è stato uno dei più strenui oppositori delle misure del sindaco Roberto Barbagallo, ma adesso annuncia: «Nessuna difesa d’ufficio per i colleghi che hanno sbagliato, chi dev’essere punito va punito».

Anche se il suo inventario dei fannulloni è limitato a «qualche mela marcia fra centinaia di lavoratori corretti». E che ne sarà della dura battaglia annunciata all’amministrazione comunale nell’assemblea dei dipendenti del 16 febbraio? «Sarà un momento di confronto e di collaborazione positiva». Come dire: portiamola… a caffè. Magari durante una pausa regolarmenta autorizzata, s’intende.

twitter: @MarioBarresi

[HA COLLABORATO GAETANO RIZZO]COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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