Al via la perizia su Veronica Panarello
Al via la perizia su Veronica Panarello e il marito abbandona colloquio in carcere
Delitto Loris: la madre del piccolo trasferita a Catania per i primi esami
Veronica Panarello è da ieri nella sezione femminile del carcere di Catania, dove è stata trasferita dall’ex ospedale giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) per essere sottoposta a perizia psichiatrica. La donna è accusa di avere ucciso suo figlio Loris, di 8 anni, e di averne occultato il cadavere. Lei si proclama innocente e ammette soltanto di avere nascosto il corpo del bambino che, sostiene, si sarebbe strangolato da solo giocando con della fascette di plastica. Il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota, anche all’esito delle indagini di polizia di Stato, squadra mobile e carabinieri, le contestano l’omicidio aggravato premeditato e l’occultamento di cadavere.
Oggi nella struttura penitenziaria etnea si terrà quello che tecnicamente è definito il ‘primo accessò, ovvero il primo esame medico legale dopo che il Gup di Ragusa, Andrea Reale, ha disposto la perizia psichiatrica sull’imputata, come chiesto dal legale della donna, l’avvocato Francesco Villardita. A quelli di oggi seguiranno altri ‘accessì nel carcere di Catania, dove Veronica Panarello resterà detenuta fino alla conclusione della perizia. La prossima udienza del processo col rito abbreviato davanti al Gup di Ragusa è fissata per il 17 marzo. I periti nominati dal giudice sono Eugenio Aguglia, professore ordinario di Psichiatria dell’università di Catania e Roberto Catanesi ordinario di Psicopatologia forense dell’ateneo di Bari.
La difesa ha nominato come consulenti di parte Giuseppe Sartori, neuropsicopatologo dell’università di Padova e Pietro Pierini, psichiatra dell’ateneo di Pisa. I consulenti di parte civile sono invece la psicologa Maria Costanzo e lo psichiatra Giuseppe Catalfo, nominati dall’avvocato Daniele Scrofani che rappresenta il padre di Loris e la nonna paterna. Il nonno paterno di Loris, invece, ha nominato, tramite il suo avvocato, Francesco Biazzo, Silvio Ciappi, psicologo e criminologo forense di Siena
Intanto è finito con un nulla di fatto, anzi con l’uscita anticipata del marito, l’ultimo incontro che c’è stato nella prigione di Barcellona Pozzo di Gotto la scorsa settimana, tra Davide Stival e sua moglie, Veronica Panarello, detenuta nell’ex ospedale psichiatrico con l’accusa di avere ucciso, il 29 novembre 2014, a Santa Croce Camerina (Ragusa), il figlio Loris di 8 anni. Era stata lei a chiamarlo, dopo il Capodanno, spiegandogli che aveva qualcosa da dirgli.
Ma la sua nuova ricostruzione dei fatti non si è discostata dall’ultima sua versione: ha ammesso di non avere accompagnato il bambino a scuola, ma non l’ha ucciso. È stato Loris giocando con delle fascette di plastica a strangolarsi da solo. Presa dal panico ha occultato il corpo nel canalone di Mulino Vecchio. Il marito ha deciso di interrompere il colloquio e di andare via.
“Veronica Panarello mi ha detto di avere ricevuto a sorpresa un colloquio con il marito nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, durato pochissimo perché non c’erano argomenti, e non c’è alcun rapporto con Davide Stival”. Lo ha affermato il legale della donna, l’avvocato Francesco Villardita, fornendo un’altra ricostruzione sull’incontro in prigione tra i genitori di Loris avvenuto dopo Capodanno. “È sedata – ha detto il penalista uscendo dal carcere di Catania – probabilmente per la cura e la terapia che le stanno somministrando. Le fanno la terapia probabilmente per dormire o perché gli psichiatri della struttura del Messinese ritengono che necessita di una terapia farmacologica per problemi di ansia. Una scelta fatta dai medici che non possiamo fare altro che condividere”.
“Mi ha detto che è stata trasferita a Catania sabato mattina – ha aggiunto Villardita – e di avere avuto a sorpresa un colloquio con il marito nel carcere di Barcellona durato pochissimo tempo. È guardata a vista anche nel carcere di piazza Lanza, ma non ha manifestato nessun gesto autolesionistico. Il giudice ha disposto che resterà a Catania tutto il tempo della perizia, quindi 60 giorni. Ma – ha precisato il legale – non sappiamo ancora quante sedute fare e per quanto tempo”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA