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Cede un altro pilone, in Sicilia strade di burro

Cede un altro pilone, in Sicilia strade di burro

Di Ignazio Marchese |

PALERMO – Ponti che cedono, strade che si aprono come fossero di burro, piloni che s’inclinano sotto le frane, cemento depotenziato usato in gare d’appalto milionarie da ditte senza scrupoli. L’inclinazione di un pilone in un ponte sulla statale Palermo-Sciacca, che ha portato stamani alla chiusura per un paio d’ore della strada poi riaperta dall’Anas in seguito a sopralluoghi tecnici che escluderebbero pericoli per gli automobilisti, è l’ultimo tassello di un mosaico di crolli che hanno portato alla ribalta la fragilità delle infrastrutture stradali in Sicilia.     Un elenco troppo lungo, che si apre con il crollo di una porzione del viadotto Verdura il 2 febbraio del 2013, lungo la statale 115 che collega Agrigento a Sciacca, in territorio di Ribera. Il ponte, allora, si squarciò a metà. In quell’occasione non si registrarono feriti solo perché qualche ora prima un’automobilista aveva segnalato un avvallamento e il ponte, in via precauzionale, era stato chiuso al traffico dalla polizia stradale. A maggio di quest’anno è stato aggiudicato l’appalto per i lavori di costruzione del nuovo ponte sul fiume Verdura, aggiudicati alla ditta LC di Alcamo per 4 milioni e 200 mila euro; dovranno essere completati entro maggio 2016.     Anche il 7 luglio 2014 in contrada Petrulla, in territorio di Licata (Ag), sulla statale 626 che collega Campobello di Licata, Ravanusa e Canicattì fu sfiorata la tragedia: le carreggiate di un ponte si piegarono verso il basso a causa di un cedimento strutturale, toccando il fondo da un’altezza di quattro metri. Il cedimento improvviso del viadotto provocò due incidenti che coinvolsero tre automobili: quattro i feriti lievi, tra i quali una donna incinta. L’Anas istituì una commissione d’indagine: la causa del crollo fu imputabile a una rottura delle travi in cemento armato precompresso che sostenevano l’impalcato. I lavori per rifare il viadotto sono stati consegnati nel luglio del 2015, dureranno 270 giorni.     Il caso più clamoroso fu quello del viadotto Scorciavacche sulla statale Palermo-Agrigento: inaugurato alla vigilia dello scorso Natale e crollato dopo appena una settimana. Una vicenda che scatenò la reazione del premier Matteo Renzi e sul quale è in corso un’inchiesta della Procura; a febbraio ci fu un altro cedimento del manto stradale a poca distanza dal viadotto.     Il 10 aprile il cedimento più grave che ha spaccato in due la Sicilia: nel viadotto Himera, sull’autostrada Palermo-Catania in territorio di Caltavuturo, una frana ha provocato il cedimento di quattro piloni. La carreggiata in direzione Palermo si è adagiata su quella di Catania. Il 16 novembre a distanza di sette mesi è stata aperta la bretella realizzata per creare un bypass in attesa della ricostruzione del ponte, prevista nel 2018.     Due giorni fa 12 persone sono finite nel registro degli indagati per l’uso di calcestruzzzo depotenziato e irregolarità nei materiali per i lavori di ammodernamento e raddoppio della statale 640 Agrigento-Caltanissetta. L’inchiesta è della Procura di Caltanissetta.

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