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IL CASO

Filippo Mosca resta in cella: negati i domiciliari al giovane nisseno detenuto per traffico di droga in Romania

Da mesi la madre Ornella Mosca chiede condizioni carcerarie migliori per il figlio e, soprattutto, un processo giusto ed equo

Di Redazione |

E’ stata respinta dai giudici romeni, nel corso dell’udienza di questa mattina, la richiesta di arresti domiciliari per Filippo Mosca, il ventinovenne di Caltanissetta, arrestato i primi di maggio dell’anno scorso e detenuto da quasi 9 mesi, nel carcere di Porta Alba, a Costanza, in Romania, dopo una condanna in primo grado a 8 anni e 3 mesi per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

«Non hanno accettato la richiesta del nostro legale – spiega al telefono la madre Ornella Matraxia – Non nutrivo molte speranze».

L’arresto

Da settimana Ornella Matraxia si batte per suo figlio il quale era andato in Romania, in compagnia di un altro nisseno che vive in Spagna e di altri amici, per partecipare ad un festival. Una rimpatriata tra giovani siciliani in giro per l’Europa. Poi l’arrivo in albergo di un pacco contenente sostanza stupefacente e l’arresto del ventinovenne accusato e condannato in primo grado per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Il processo di primo grado è stato veloce «ma la traduzione dal siciliano non è quella trascritta nelle perizie delle intercettazioni», ha sempre sostenuto la madre che ogni mese viaggia da Londra alla Romania per incontrare il figlio «e quei giorni provvedo a portargli anche del cibo buono visto che quello della struttura carceraria è orrendo».

Diversi sono stati gli incontri che la donna ha avuto alla Farnesina nel tentativo di coinvolgere il Governo, ma ogni volta le è stato risposto che nulla si può fare con il sistema giudiziario romeno. Nel frattempo anche i deputati europei si sono mobilitati per il caso di Filippo Mosca il cui processo d’appello dovrebbe iniziare il 7 marzo, un mese prima rispetto alla calendarizzazione iniziale con l’udienza prevista l’11 aprile.

La battaglia

Da mesi Ornella Mosca chiede condizioni carcerarie migliori per il figlio e, soprattutto, un processo giusto ed equo. Il figlio inizialmente era stato rinchiuso con altre 23 persone in una piccola cella in cui non erano presenti i servizi igienici, poi il ventinovenne nisseno ha rischiato di essere accoltellato ed è stato spostato in un’altra cella con altri italiani. La direzione della struttura carceraria, dopo l’episodio di violenza, ha stabilito che gli italiani non devono avere contatti con gli altri reclusi così anche l’ora d’aria la effettuano in orari differenti.

La delusione della fidanzata

«Ci speravo tanto davvero ma un po’ ce lo aspettavamo. Ieri quando l’ho sentito al telefono mi diceva che non credeva di poter ottenere gli arresti domiciliari, in Romania non interessano a nessuno le condizioni di vita in carcere». Lo dice Claudia Crimi, 26 anni, fidanzata di Filippo Mosca.«Ottenere gli arresti domiciliari sarebbe stato importante – aggiunge Claudia, originaria di Messina, ma che lavora a Catania – perché Filippo soffre di colon irritabile, ha bisogno di farmaci e di una dieta equilibrata. Là mangia malissimo e infatti sta male quasi ogni giorno». Claudia e Filippo si sentono quotidianamente al telefono, perché è concesso al ragazzo di fare oltre un’ora di telefonate quotidianamente. Oggi, però, non si sono sentiti.«Il suo stato d’animo è a terra – sottolinea la fidanzata – posso immaginare come si sentirà dopo la notizia del rifiuto dei domiciliari. A volte con lui è difficile comunicare, al telefono di sono dei momenti di silenzio, vive il carcere come una sofferenza ed una ingiustizia». Da qualche settimana Filippo Mosca è in cella con altri sei italiani, tra questi il suo amico Luca Cammalleri di Caltanissetta con il quale era partito, ma le condizioni igienico sanitarie delle celle sono sempre precarieCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA