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Il “borsino” delle droghe in Sicilia: sempre meno erba e sempre più coca

 La “fotografia” post Covid del traffico di sostanze stupefacenti nell’Isola secondo i numeri dell’ultima relazione redatta dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga. A Catania il primato di sequestro di “neve”

Di Laura Distefano |

Il barometro del narcotraffico segna “temperature altissime” alle latitudini siciliane. I riscontri arrivano quotidianamente da blitz e arresti di singoli spacciatori o di gruppi strutturati e organizzati. Non ci sono “zone franche” nell’isola. Il fenomeno criminale è diffuso – radicalmente – in ogni provincia. Anche se con connotazioni diverse. Dai piccoli borghi di montagna dell’entroterra alle splendide località marinare dei litorali siculi. Lo smercio di sostanze stupefacenti pare non conoscere “crisi”. Il mercato nero della droga, infatti, è riuscito a “tenere botta” anche in piena pandemia Covid. Scenari post Covid-19 Uno scenario – più ancorato a numeri e statistiche – arriva come ogni anno dalla relazione redatta dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga pubblica, «che rappresenta un quadro riassuntivo delle attività eseguite e dei risultati ottenuti nella lotta contro il traffico illecito delle sostanze stupefacenti, nel corso dell’anno precedente». E quindi del 2021. Ed è da queste pagine che arriva la conferma di come il virus abbia solo scalfito l’apparato criminale della droga.

«Il network criminale, dimostrando una straordinaria resilienza, ha saputo adattare i propri assetti logistici e organizzativi alle nuove dinamiche economiche e sociali determinate dalla crisi».

Certo una piccola ferita, il coronavirus lo ha provocato soprattutto ai “produttori”: «Le restrizioni avevano condizionato non solo la coltivazione e la produzione delle droghe, ma reso più difficile l’approvvigionamento dei precursori e della manodopera necessaria alle operazioni di raccolta e sintesi». Appena le maglie del lockdown si sono allargate, i narcos in poco tempo hanno ripreso le redini cercando anche di inventare nuove metodologie di “vendita” sia all’ingrosso che al dettaglio: «Il progressivo ritorno alla normalità e la conseguente riduzione delle restrizioni alla mobilità delle persone e delle merci, ha rimesso in moto i meccanismi del narcotraffico, attraverso una diversificazione dei metodi di trasferimento, un adattamento delle rotte e dei vettori». La pandemia ha reso tutti più “virtuali”. E non ne restano fuori i trafficanti di veleno , che «hanno sviluppato schemi operativi innovativi e nuovi modelli di “business”, sia nella gestione dei grandi traffici, sia nelle attività minute di spaccio, ricorrendo, da un lato, a catene di approvvigionamento globali per la prosecuzione dei propri traffici e, dall'altro, a modalità di cessione basate, sempre più, sull’utilizzo della “rete internet” e dei nuovi strumenti offerti dalle piattaforme informatiche».

La più forte ripresa la si nota – si legge nella relazione – nel traffico di cocaina. I dati che emergono dall’analisi sono «sostanzialmente sovrapponibili con quelle degli anni precedenti» all’avvento del Covid-19. Per capire il peso di questa ripresa andiamo ai numeri: «Il dato dei sequestri mostra – scrivono gli analisti dell’antidroga – nei volumi complessivi, un evidente aumento rispetto all’anno precedente: dalle 59 tonnellate rinvenute nel 2020, si è saliti alle 91 tonnellate del 2021, con un incremento percentuale del 54,04%, che, per effetto di una sensibile crescita dei sequestri di cocaina e dei derivati della cannabis, rappresenta il quarto più alto risultato dal 2000 ad oggi». Droga e Cosa nostra

Il più importante player del narcotraffico in Italia rimane la ‘ndrangheta. Gioia Tauro è la porta d’accesso in Europa della cocaina prodotta dai più pericolosi cartelli sudamericani. Nel bilancio di Cosa nostra siciliana l’entrata “droga” è una delle voci più fruttuose, ma a differenza della mafia calabrese non ha ancora “investito” nel rifornimento “a larga scala” ma preferisce la gestione di piazze di spaccio, che sono diventate – soprattutto nella Sicilia orientale – la prima forma di controllo militare del territorio. «Per quanto riguarda l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”, le indagini, coordinate dalla Direzione, rivelano – si legge nella relazione – una sua persistente vitalità, un reiterato interesse al traffico di stupefacenti, una notevole capacità di adattamento ai mutamenti di contesto ed un approccio pragmatico al redditizio “business” del traffico di droga, che genera enormi profitti, a fronte di minori rischi, rispetto ad altri reati tipicamente mafiosi (quali ad esempio le estorsioni)». 

Il primato della cocaina

I sequestri più significativi di cocaina – secondo le statistiche fornite dall’antidroga nazionale – sono avvenuti a Catania nel mese di marzo, «con un quantitativo totale di 2.226 kg». Ma fuori dalle cifre della relazione non possiamo non fare cenno al maxi sequestro del Gico delle fiamme gialle di due anni fa nell’asse Bogotà-Catania, che dimostra come i siciliani si stiano adoperando per creare canali diretti con i cartelli colombiani e messicani. I numeri sui narcos La relazione va nel dettaglio, scattando una fotografia – con numeri e percentuali – relativi al fenomeno del narcotraffico nell’isola. «Nel 2021, sono state effettuate, a livello regionale, 1.536 operazioni antidroga, con un decremento del 12,97% rispetto all’anno precedente. I quantitativi di sostanze sequestrate sono aumentati del 201,15%, passando da 1.791,80 kg del 2020 a 5.396,03 kg del 2021.

Palermo e Catania sono le due “piazze” – anche vista la densità urbana e la presenza storica delle organizzazioni mafiose – dove il narcotraffico è maggiormente radicato.  Nonostante questo – secondo i numeri citati nella relazione dell’antidroga – ci sarebbe stato nel capoluogo siciliano un lieve calo nei quantitativi sequestrati. «Nell'area metropolitana di Palermo, nel 2021, sono state effettuate 406 operazioni antidroga, con un decremento del 20,55% rispetto all’anno precedente. I quantitativi di sostanze sequestrate sono diminuite del 25,46%, passando da 553,67 kg del 2020 a 412,72 kg del 2021». 

Andando nella parte orientale dell’Isola lo scenario cambia, anche se i blitz diminuiscono i sequestri però sono aumentati a livelli vertiginosi. «Nell'area metropolitana di Catania, nel 2021, sono state effettuate 411 operazioni antidroga, con un decremento del 6,80% rispetto all’anno precedente, i quantitativi di sostanze sequestrate sono aumentati del 554,03%, passando da 588,50 kg del 2020 a 3.848,95 kg del 2021». A Catania è stata «sequestrato l'11,35% di tutta la cocaina sequestrata a livello nazionale». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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