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LA TRAGEDIA DI ROMA

Il caso della bimba dimenticata e morta nell’auto e i precedenti di Catania: come evitare la Forgotten Baby Syndrome

Sono ancora sotto shock i genitori della piccola trovata senza vita nella capitale. Cosa dice la legge

Di Domenico Palesse |

Sono ancora sotto shock e chissà quando e se si riprenderanno i genitori della bambina dimenticata in auto davanti all’asilo dove non è mai arrivata. E’ morta dentro l’abitacolo, agganciata ancora al seggiolino. legata ancora A nulla sono servite le cure dei medici del 118, ormai era troppo tardi per salvare la piccola lasciata nella vettura proprio fuori dal nido.

La tragedia si è consumata ieri nella cittadella militare della Cecchignola, nell’area sud di Roma davanti all’asilo Luinetti. Nel grande parcheggio di fronte all’ingresso, una Megane Rossa con il finestrino infranto. Ieri mattina, secondo le prime ricostruzioni di quanto accaduto, il papà della bambina – un carabiniere in servizio presso lo Stato Maggiore della Difesa – avrebbe dovuto accompagnare la figlia al nido, mentre la mamma avrebbe dovuto poi riprenderla nel pomeriggio. All’arrivo della donna, però, le maestre hanno spiegato che la figlia non era mai arrivata a scuola. Quando la donna ha visto la macchina del marito con la bimba dentro ha accusato un malore.

Un militare di passaggio ha così deciso di rompere il vetro per provare a far respirare la neonata, ma purtroppo non è servito a nulla. I sanitari del 118 intervenuti poi sul posto hanno tentato di rianimarla ma senza successo. Ad allertarli, precedentemente, era stata una donna che aveva chiamato il 112.

Secondo fonti della procura si tratterebbe comunque di una tragica fatalità, confermando dunque l’ipotesi che il padre abbia dimenticato la figlia sull’ovetto sul sedile posteriore. I coniugi sono stati ascoltati dagli inquirenti. E l’uomo è indagato per abbandono di minore, un atto dovuto.

Buco nero nell’attenzione

Quanto accaduto a Roma è l’ennesima tragedia della cosiddetta “Forgotten baby syndrome” (FBS), un fenomeno per il quale i bambini vengono dimenticati nelle auto parcheggiate. Su questa sindrome non c’è ancora un’ampia letteratura scientifica che possa spiegare perché ciò accada. Si tratterebbe di un buco nero nell’attenzione, una fase in cui si è proiettati anziché su quello che si sta facendo, su ciò che si dovrà fare successivamente. Ciò fa si che la mente memorizzi un’ azione come già fatta, mentre così non è ma non ce ne ricordiamo.

I due casi etnei

Uno degli ultimi casi in Italia risale al 2019, quando a Catania il papà di un bimbo di due anni ha lasciato il figlio in auto per cinque ore sotto il sole. Anche in quel caso, il genitore stava accompagnando il piccolo all’asilo nido. Il papà si è ricordato del figlioletto lasciato in auto solo quando la moglie lo ha chiamato allarmata, dopo essere andata al nido per prelevare il bimbo. L’uomo si è precipitato nel parcheggio trovando il piccolo esanime, lo ha portato subito nel pronto soccorso del Policlinico, ma i medici anche in quel caso non poterono più fare nulla per rianimarlo.

Secondo i dati degli esperti, la «Sindrome del bambino dimenticato» ha causato, dal 1998 ad oggi in Italia, la morte di 11 bambini. Il primo caso, per un tragico scherzo del destino, venne registrato proprio a Catania. La “distrazione” di un tecnico della Sgs Thompson provocò la morte del figlio di appena 20 mesi lasciato in auto per sette ore sotto il sole, con una temperatura di 40 gradi. L’uomo, anche lui un ingegnere, era uscito con la sua Punto per accompagnare all’asilo il figlio, rannicchiato nel suo seggiolino e dimenticato in auto nel parcheggio della multinazionale. Il padre del bimbo nel 2000 fu condannato a un anno di reclusione, pena sospesa, per omicidio colposo.

La legge

Nel 2019 il Parlamento approvò il decreto sull’obbligo dei seggiolini antiabbandono in auto, provvisti cioè di un allarme acustico per ricordarsi della presenza del bimbo in auto. Un provvedimento, la cui prima firmataria era Giorgia Meloni, che è entrato in vigore il 7 novembre 2019 e che prevedeva l’obbligatorietà per i bambini al di sotto dei quattro anni. I dispositivi, oltre agli allarmi visivi e sonori, possono essere anche collegati agli smartphone dei genitori attraverso apposite app.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA