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Saguto, la Cassazione ordina un processo bis: la pena sarà ridotta (ma l’accusa ha retto)

I supremi giudici della sesta sezione penale hanno dichiarato irrevocabile la sentenza di Appello in alcuni punti, riqualificato altri capi di imputazione, dichiarato prescritte altre accuse

Di Redazione |

La Corte di Cassazione ha sostanzialmente confermato le responsabilità in relazione ad alcune accuse per Silvana Saguto, l’ex presidente della Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo radiata dall’ordine giudiziario. La pena per l’ex magistrata dovrà essere però rideterminata al ribasso con un processo di appello bis davanti ai giudici di Caltanissetta.

I supremi giudici della sesta sezione penale, presieduta da Giorgio Fidelbo, con la sentenza pronunciata questo pomeriggio hanno infatti dichiarato irrevocabile la sentenza di Appello in alcuni punti, riqualificato altri capi di imputazione, dichiarato prescritte altre accuse e pronunciato assoluzione per alcune imputazioni contestate agli imputati.

L’ex magistrata in Appello, con la sentenza emessa il 20 luglio del 2022, dai giudici di Caltanissetta era stata condannata a 8 anni e 10 mesi, quattro mesi in più del primo grado. Il processo vede un totale di dodici imputati.

Ora che succede?

Alla luce del verdetto, che comporta un giudizio d’appello bis, la giudice, dunque, non rischia per ora il carcere. Il processo nasce da una indagine sulla cattiva gestione, da parte della sezione del tribunale diretta da Saguto, dei beni confiscati e sequestrati alla mafia. Secondo l’accusa, la magistrata, in cambio di regali e favori, per sé e familiari, avrebbe assegnato ai soli professionisti del suo cerchio magico amministrazioni giudiziarie milionarie dei beni sottratti ai clan. La Cassazione, con un dispositivo molto complesso, ha annullato senza rinvio le condanne inflitte alla Saguto per i reati di peculato, riqualificato in truffa aggravata, tentata concussione, riqualificata in induzione indebita e falso. Stessa decisione, a vario titolo, è stata presa, tra gli altri, per Gaetano Cappellano Seminara, uno degli amministratori giudiziari che, secondo l’accusa, sarebbero stati favoriti e condannato in secondo grado a 7 anni e 7 mesi, per il marito e il figlio dell’imputata, Lorenzo ed Emanuele Caramma, per altri amministratori giudiziari come Nicola Santangelo, Carmelo Provenzano e Roberto Di Maria, per l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo. L’annullamento rende per tutti necessario un nuovo processo d’appello per il ricalcolo della pena. Reggono, invece, alcuni episodi di corruzione come quello che vedeva Saguto imputata in concorso con Cappellano Seminara e Provenzano. “Secondo il mio stile professionale non commento la sentenza della Cassazione, come non ho commentato quelle degli altri due gradi di giudizio», ha detto il legale della giudice Ninni Reina.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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