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Sicilia, soccorso sì ma pronto non sempre Razza: «Subito concorso per 800 medici»

Di Mario Barresi |

CATANIA – Sul tavolo del suo studio da avvocato, di domenica pomeriggio, il dossier più caldo da assessore regionale alla Salute. Quello sul caos nei pronto soccorso dell’Isola. Non basta l’escalation di continue aggressioni ai camici bianchi, comunque diffusa in tutti i reparti, adesso anche le denunce di tempi d’attesa disumani al “triage”: l’ultimo caso al Garibaldi di Catania, venerdì scorso, con oltre 30 ore di odissea per una settantina di persone.

Ruggero Razza sta studiando il report sulle presunte «anomalie» catanesi (oltre 60 fra codici gialli e rossi in quella giornata), ma cerca di analizzare il problema su scala siciliana. E così, nonostante i fastidiosi postumi di un incidente “nautico”, va alla radice del problema, oltre i confini etnei: domani alle 10,30 incontrerà a Palermo manager e commissari di tutte le aziende ospedaliere siciliane. «Ho chiesto loro – rivela – una ricognizione della pianta organica dei pronto soccorso per avviare una procedura di reclutamento del personale». Perché la convinzione dell’assessore è che, oltre alla «razionalizzazione delle strutture sui territori» e all’«individuazione di una seria rete organizzativa insieme al controllo operativo del 118», l’affanno nella trincea dell’emergenza siciliana sia dovuta a una carenza di personale.

Il modello da seguire è quello del «concorso straordinario per 300 posti di anestesista, per 150 dei quali l’iter è stato avviato», rammenta Razza che si dice certo di poter «colmare le carenze di personale, non soltanto medico, nei pronto soccorso siciliani, introducendo la possibilità di contrattualizzare nuovi assunti a tempo indeterminato». Le figure richieste saranno medici di pronto soccorso, chirughi, cardiologi, neurologi, emodinamisti e «tutte le figure di specialisti legati alla filiera del pronto soccorso», anche per coprire i vuoti d’organico nelle cosiddette “reti tempo-dipendenti” (ictus, infarto e politraumi) della rete ospedaliera siciliana.

I tempi? «Chiederò alle aziende ospedaliere di completare il monitoraggio sugli organici entro un paio di settimane per poter essere in Gazzetta ufficiale già a ottobre». Visto che il conteggio è in corso non è ancora definito il numero di medici necessari, ma l’assessore si sbilancia dicendo che «siamo nell’ordine di svariate centinaia» anche perché dagli uffici di Piazza Ottavio Ziino c’è una prima ipotesi di “bacino unico” per 700-800 camici bianchi.

Non solo medici. Perché uno dei punti di forza dei pronto soccorso che funzionano è la quantità (e la qualità) del personale infermieristico. «Anche su questo aspetto stiamo studiando la soluzione più idonea», afferma l’assessore. Riferendosi, in particolare, all’ipotesi di «utilizzare al meglio le procedure di concorso ancora valide». Uno scorrimento degli idonei, a partire da una graduatoria-monstre: il bando del 2011 per gli aspiranti infermieri al Cannizzaro di Catania, con 5 mila nomi in lista al lordo delle centinaia di partecipanti che nel frattempo si saranno sistemati altrove. «L’idea potrebbe essere un avviso pubblico per chiedere la disponibilità agli interessati, con l’opzione di mobilità in altre strutture ospedaliere».

Fin qui i potenziali “Dottor House” siculi. Ma la grande stagione dei concorsi (che s’è già aperta a macchia di leopardo in alcune realtà provinciali e potrebbe avere un exploit regionale in autunno) va ben oltre l’annunciato bando per il pronto soccorso. Dai dati in possesso dell’assessorato, entro il 31 dicembre 2019, «a leggi invariate», circa 3 mila dipendenti del Sistema sanitario regionale, «fra dirigenza e comparto», andranno in pensione. E dunque sarà l’occasione per il tanto agognato turn over. Che Razza immagina con questo scenario: «Ovviamente l’idea è quella di dare spazio ai giovani specializzati siciliani, ma anche consentire ai tanti bravi medici i quali, più per costrizione che per scelta, sono andati a lavorare altrove di rimettersi in pista per tornare nell’Isola». Pollice verso sulle vecchie procedure: «Abbiamo constatato come le procedure a tempo determinato non abbiano dato l’esito sperato – annota l’assessore – a differenza del processo di stabilizzazione».

In corsia più posti fissi per tutti, dunque. Il che, detto così, sembra quasi un assaggio della campagna elettorale per le Europee di Razza, che alcuni retroscena vorrebbero candidato musumeciano nella lista della Lega, magari con l’appoggio dei lombardiani che otterrebbero l’assessorato alla Salute con addirittura il nome del successore, Antonio Scavone, che scalda i motori. «Sono ricostruzioni talmente infondate che non sono riuscito a trovare il tempo per smentirle», taglia corto l’assessore. Attuale. Ma, assicura lui, anche futuro. «La partita più importante sarà quella delle risorse». E non si gioca certo a Palermo. «La Regione, sui concorsi, può fare la sua parte con programmazione e supporto alle procedure delle aziende. Ma adesso – ricorda Razza – serve una presa di coscienza da parte del governo nazionale». Che tradotto significa: ridefinire il tetto di spesa sanitaria. «Ne ho parlato, in sede di conferenza con gli assessori regionali, con il ministro Giulia Grillo, raccogliendo la disponibilità del governo ad aprire una nuova stagione». I vincoli alla Sicilia, secondo Razza, sono legati a «una visione cristallizzata a troppi anni fa, ma ora le cose sono diverse». Ovvero: «C’è un fabbisogno di salute diverso, ma soprattutto c’è un sistema regionale che ha dimostrato, con i fatti, performance significative nel recupero del debito pregresso».

Un viatico incoraggiante, alla vigilia del big match: la sentenza della Corte costituzionale sul contenzioso aperto dalla Regione in materia di cofinanziamento statale della spesa sanitaria. «Aspettiamo la decisione senza farci tante illusioni, avendo prudenzialmente stimato il differenziale annuo in 600 milioni nel bilancio». Comunque andrà, ci sono i tempi supplementari: «Il negoziato sull’autonomia finanziaria della Regione, riaperto dal presidente Musumeci e dal vice Armao, non potrà non avere – auspica Razza – un capitolo dedicato alla spesa sanitaria».

Twitter: @MarioBarresi

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