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Tangenti Sanità in Sicilia, la Regione ha rimosso Candela e Damiani

Di Redazione |

PALERMO Il governo Musumeci ha revocato l’incarico ad Antonio Candela, che era a capo della task force sanitaria anti-Covid, e ha sospeso, avviando la procedura di decadenza, Fabio Damiani, dirigente generale dell’Asp di Trapani: i due sono coinvolti nell’inchiesta “Sorella sanità” della Procura di Palermo che ieri ha chiesto e ottenuto dal gip l’arresto di dieci persone – tra burocrati, imprenditori e faccendieri – accusate di avere intascato tangenti in quattro gare d’appalto per forniture sanitarie.

Dall’ordinanza del gip e sulla base delle intercettazioni della Guardia di finanza è emerso che Antonio Candela, assieme al suo faccendiere, prima della nomina nella task force (avvenuta tre mesi fa circa) avrebbe tramato con lo scopo di ottenere la delega alla Sanità nel governo regionale, in mano a Ruggero Razza, definito «il bambino» che Musumeci doveva togliere dai «coglioni».

Damiani in passato è stato a capo della Centrale unica di committenza (Cuc) proprio nel periodo dei 4 appalti per 600 milioni di euro che, per gli investigatori, avrebbero prodotto un giro di mazzette per 1,8 milioni: il suo posto a capo dell’Asp di Trapani è stato assegnato, al momento, al direttore sanitario Gioacchino Oddo. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA