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Scrittura creativa

La mission della tedesca Heidrun: «Insegno la poesia della Sicilia»

Tedesca, docente di letteratura scrittrice e poetessa, organizza viaggi dell’anima alla scoperta dell’Isola che l’ha “folgorata” dodici anni fa 

Di Carmen Greco |

Heidrun “Adriana” Bomke è stata “folgorata” dalla Sicilia nel 2011. Partita da Berlino durante un periodo di cambiamento della sua vita, è arrivata sull’Isola che non parlava una parola d’Italiano. Da allora la Sicilia è diventata la sua seconda casa, la casa del cuore. È qui che si è inventata un “mestiere” organizzando dei viaggi di scrittura creativa che affondano la loro essenza nella forza degli elementi della natura siciliana. Un legame, quello con la terra che parte dall’infanzia, dal piccolo paese della Turingia dov’è nata 63 anni fa, «un luogo che mi ha insegnato la semplicità e anche la naturalezza del vivere». Docente di Letteratura tedesca, due figli, Bomke ha insegnato 20 anni in diverse università in Germania per poi diventare una “libera professionista” non solo della letteratura, ma anche della parola, una parola che considera capace di «toccare le persone e condurle nei loro cuori». 

La sua prima volta in Sicilia? «Nel 2010 in un certo punto la mia vita è cambiata, come succede a tanti e mi sono messa un po’ in viaggio. L’ho scelta per caso e anche per una coincidenza, avevo conosciuto un siciliano, oggi mio attuale compagno. Sono arrivata in macchina, l’ho girata tutta e me ne sono subito innamorata. Ho colto subito l’energia universale di quest’isola dove tutto è più intenso, il fuoco dell’Etna, il mare, la luce. In Sicilia ho trovato le parole per i miei libri e le mie poesie».

E da allora…  «Ho abitato a Capo Mulini, a Caucana, vicino Punta Secca e in diversi posti. Poi il legame con il mio compagno siciliano a Ragalna, fuori dal paese. Lì, in campagna, ci sono gli alberi con tutti i frutti siciliani, la terra nera vulcanica, l’orto… Sono appena tornata a Berlino e in valigia ho messo rami di ulivo, alloro, origano, rosmarino, melograni, piccole cose per voi, ma per me sono grandi perché sono l’essenza della vita».

Com’è nata l’idea dei viaggi di scrittura creativa? «È mestiere che ho creato. Un lavoro che mi porta nelle scuole ma anche a contatto con gruppi di persone interessate a vedere la Sicilia ma con occhi diversi, non da turisti».

Chi sono i suoi “clienti”? «Persone che cercano il silenzio, che molte volte già scrivono e vogliono continuare a farlo, oppure cercano riposo, ispirazione. Persone che vogliono conoscere un po’ la terra siciliana e cercano la poesia, ma non solo la poesia delle parole, anche quella della natura, dei paesaggi, del mare. Hanno età diverse, dai 35 anni in su, molte sono donne, magari si trovano in un periodo di trasformazione della vita e cercano nuovi stimoli. Io li aiuto con le parole, con la poesia, anzi è la natura a farlo».

Come si svolge il viaggio di scrittura creativa?   «Ci sono diversi momenti. Per esempio delle cene nelle quali leggo delle poesie dal mio libro “Dove abita la luce”, poi delle passeggiate molto meditative sui Monti Rossi, dei momenti di silenzio in cui magari invito le persone a guardare il cielo o il mare: “cosa vedi?”, “cosa t’ispira?”, “cosa senti nel cuore?”, sono convinta che abbiamo tanto bisogno di silenzio per sentire le nostre voci interiori. Facciamo passeggiata in campagna dove non c’è nulla, solo gli alberi, i “pagghiari” di pietra, le pecore, ci sediamo sulla pietra lavica, sentiamo il respiro del vento».

Una sorta di New Age 4.0? «Non amo queste catalogazioni, non è un’ideologia. Io sono una poetessa, la poesia è la forza».

Ricorda la prima cosa che l’ha colpita profondamente della Sicilia? «Gli elementi. La natura forte, potente, la gentilezza, la semplicità della vita che si trova nei paesini, le relazioni. Ho fatto amicizia con tante persone, anche con tanti giovani che cercano di fare una vita diversa, immersi nella natura. A Monte Arso ho conosciuto ragazzo di 31 anni, Francesco che  ha comprato un pezzo di terra e la coltiva». 

Mi sta descrivendo una Sicilia che è un paradiso, ma… «Della Sicilia mi ha colpito la luce ma vedo anche l’ombra. Ho letto Verga, Pirandello, Tomasi di Lampedusa che mi hanno fatto capire molte cose. Dal mio punto di vista la Sicilia è oppressa dal problema della proprietà, la famosa “roba” di Verga, il possesso, i denari. C’è qualcosa che non permette di “collegare” tutta l’energia che c’è da voi. L’uomo con il suo intelletto e la sua arroganza ha perso il paradiso, si è allontanato troppo dall’essenza del universo della natura. Il suo peccato è l’isolamento. Dobbiamo aprire il cuore, non solo la testa. Certo, la Sicilia non è un paradiso, vedo anch’io la spazzatura in montagna, vedo anch’io la burocrazia opprimente. È giusto segnalare le brutture, ma voglio fare capire che abbiamo la possibilità di innescare un cambiamento e la forza di cambiare viene solo dal cuore». 

Poeti siciliani preferiti? «Amo tanto Quasimodo, sono stata anche con i gruppi a Modica dov’è nato, “Ognuno sta solo sul cuor della terra…” ma io penso che non siamo soli dobbiamo avere la capacità di “collegarci” tramite valori che non sono materiali. Siamo umani, abbiamo un cuore non dobbiamo perdere l’umanità».

Cosa si portano dietro da questi viaggi letterari i suoi “corsisti”? «La forza, l’energia cosmica, la gentilezza, ma chi viene da me ha già una mente e un cuore predisposti. Molte volte percepiscono anche le cose negative come il degrado, la spazzatura. Io dico loro la verità: c’è  gente che non rispetta la natura. Non abbiamo capito che la natura dà la vita, se l’Etna erutta siano persi tutti. Però devo anche dire che in questi 12 anni ho visto anche miglioramenti». 

Questo amore per la Sicilia le ha ricordato anche il suo paese, da piccola, fra i boschi della Turingia? «Sì, un po’, ma il mio paese oggi è cambiato, non c’è più un negozio, una banca, una farmacia, vanno tutti nei centri commerciali, comprano su internet ma restano senza contatti sociali. Io ho ancora lì i miei genitori anziani. Che cosa potrebbero fare in un paese appiattito dalla globalizzazione»?

Beh, non è che in Sicilia si scherzi da questo punto di vista… «Sì, è vero, ma c’è ancora una dimensione di paese che resiste e spero che rimanga così». 

Il luogo del cuore? «Ragalna, la campagna di contrada Monte Arso, ogni giorno vedo sopra di me l’Etna, ma anche il mare di Ortigia e Puntasecca. Sono luoghi che mi curano l’anima e non posso che essere grata di tutto questo». c.greco@lasicilia.itCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA