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Gigafactory a Termini, c’è anche Ross Pelligra tra i competitor: business da tre miliardi

Il progetto della fabbrica di batterie elettriche nell’area industriale In campo il patron del Catania calcio e il magnate ucraino dell'alluminio

Di Redazione |

Una gigafactory per la produzione di batterie elettriche. È questa l’ultima nata nella famiglia allargata dei ripescaggi dell’area industriale di Termini Imerese.

Di tentativo in tentativo il destino della zona dove ha regnato fiorente per interi decenni il sogno Fiat, aggiunge una nuova pagina e incrocia le dita nella speranza di poter trovare soggetti in grado di avere una visione di lungo termine e non i primi avventurieri di passaggio, come purtroppo in passato, troppe volte nel dopo Fiat, è già successo. Oggi è previsto un incontro al Comune di Termini Imerese tra Lars Calstrom, amministratore delegato della società Itavolt, interessata a fare della valley il proprio centro di interesse principale, il sindaco di Termini Imerese Maria Terranova e l’assessore comunale al ramo Giuseppe Preti. Al centro della riunione la presentazione dell’idea progettuale molto ambiziosa che potrebbe servire a rilanciare il territorio termitano. Dovrebbero partecipare anche le parti sociali e i sindacati.

Il business, stimato in 3 miliardi di euro, nasce come “plot” originario in Inghilterra e si interfaccia in Italia in un secondo momento con la consociata italiana. Britishvolt, però fallisce nel giro di poco tempo. A rimanere in campo è, a questo punto, la pista italiana. Da tre anni va avanti una fitta serie di passaggi, legati a doppio filo alla possibilità di accedere alle risorse statali che vengono destinate al rilancio delle ex aree da rivalorizzare.

Un primo lungo capitolo in questi anni si è sviluppato in Piemonte, a Scarmagno nei pressi di Ivrea, nell’ex area industriale Olivetti dove la società ha portato avanti diversi livelli, anche avanzati, del proprio piano operativo. Pur avendo incassato la disponibilità delle risorse della Regione Piemonte, gli accordi di programma e i soldi del Pnrr, servono però altri capitali; viene stipulato pertanto un accordo con Prelios, fondo che in passato si è occupato degli immobili della Regione Siciliana, che ha il compito di acquistare lo spazio al cui interno far sorgere la mega impresa di batterie elettriche.

Nonostante un viatico molto ben avviato anche con il governo Draghi e un’interlocuzione specifica con Giancarlo Giorgetti, la gestazione trova un brusco stop in coincidenza della fine del governo nazionale. Il filo delle relazioni verrà riallacciato con i dirigenti del ministero romano guidato da Adolfo Urso, titolare della delega alle imprese e al “made in Italy”, all’indomani della nascita del governo Meloni. A gennaio Italvolt scopre che ci sono troppe zone grigie nella marcia di avvicinamento su Ivrea e dirotta altrove le attenzioni. Itavolt è una scatola da riempire; dalle buone intenzioni fino ai dipendenti, dal momento che in atto il numero degli impiegati è abbastanza limitato.

Playmaker del suo territorio e interessato a capire proiezioni e percorsi di questa potenziale avventura è il deputato del M5s Luigi Sunseri. La prossima convocazione del tavolo romano tra il ministro Urso, il presidente della Regione Schifani e l’assessore Tamajo dovrebbe essere targata 4 aprile, in quella sede dovrebbe essere in pratica rinnovato l’accordo di programma con 100 milioni di euro come stanziamento per chi avrà l’onere, ma anche la possibilità di rilancio dello stabilimento termitano.

Nei mesi scorsi il Ceo ucraino di Allumeta aveva formalizzato una manifestazione di interesse per la sede di Termini Imerese, specificando di voler procedere all’operazione industriale con fondi propri. L’altro potenziale competitor, inoltre, potrebbe essere l’imprenditore Ross Pelligra, presidente del Catania Calcio che sarebbe interessato in particolare all’operazione immobiliare di ristrutturazione e riconversione dell’area industriale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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