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Caro carburante: “con blocchi Sardegna a rischio occupati”

Lettera Confindustria a prefetti, Authority, sindacati e Regione

Di Redazione |

CAGLIARI, 17 MAR – Confindustria Sardegna ha inviato stamane una nota urgente ai Prefetti, alla Regione, al Presidente dell’Autorità Portuale, ai Segretari sindacali regionali Ccgil, Cisl e Uil per rappresentare la “gravissima situazione connessa ai presidi di autotrasportatori che nei principali hub portuali della Sardegna precludono di fatto l’imbarco e lo sbarco delle merci”. L’associazione degli industriali chiede di non autorizzare presidi nei porti, “fino alla salvaguardia dei corridoi di imbarco e sbarco”. “Senza entrare nel merito delle ragioni di una protesta, comprensibile nelle motivazioni ma assolutamente inaccettabile e da contrastare con fermezza nelle sue modalità di espletamento”, Confindustria Sardegna esprime” forte preoccupazione per il pericolo concreto che, già dalle prossime ore, persistendo comportamenti che impediscono alla Sardegna, unica regione italiana in queste condizioni, l’approvvigionamento di materie prime e l’inoltro di prodotti finiti, centinaia di realtà e filiere manifatturiere e industriali dell’Isola, di tutti i comparti economici, dall’agroalimentare al meccanico, dal lapideo al chimico, dalle costruzioni al sugheriero, saranno costrette al blocco dell’attività”. “In questo scenario, assolutamente da scongiurare – scrive ancora Confindustria – ai danni sociali per l’intera collettività sarda del non potere disporre di beni di primaria necessità si sommerebbero i danni economici ed industriali irreparabili verso attività produttive che già scontano, oltre alle note diseconomie strutturali dell’isola e dopo gli effetti della pandemia, gli incrementi dei costi delle materie prime, dell’energia e della mancata continuità territoriale marittima, per non citare degli incerti scenari di guerra. Sarebbe così inevitabile ed immediata la sospensione o la fortissima contrazione delle attività produttive sarde con la necessità conseguente di porre in campo dolorosissime misure di cassa integrazione, preludio probabilmente a soluzioni ancora più drastiche per perdita ulteriore di competitività e di quote di mercato difficilmente recuperabili”.

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