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Sicilia, Corte dei Conti sulla Regione: «Gestione migliorata ma restano criticità»

Il giudizio sul 2021. "Ingente disavanzo da esercizi anteriori"

Di Redazione |

Un miglioramento della gestione ma ancora con molti profili di criticità. E’ in estrema sintesi la valutazione espressa dalla Corte dei conti nel Giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione Sicilia, riferito al 2021.

«Dalla menzionata attività istruttoria, alquanto complessa ed articolata nei profili di approfondimento, sono emersi diversi profili migliorativi dell’andamento amministrativo nella gestione di bilancio, in relazione di continuità con il ciclo anteriore (v. es. contenimento della spesa corrente, riduzione dell’indebitamento, profili di miglioramento dell’entrata e della gestione di cassa)», si legge. «Tuttavia, al contempo ed allo stesso modo sono emerse molteplici aree di criticità finanziaria, tutte esaminate -con analitico dettaglio- nel contraddittorio preliminare al giudizio».«Dunque, se nello schema di rendiconto la gestione di competenza dell’esercizio 2021 (in analogia alla gestione di competenza 2020) non genera nuovo disavanzo e registra un risultato positivo di euro 728.499.083,41, dall’analisi complessiva dei dati finanziari permangono i profili di criticità che ricadono sul recupero dell’ingente disavanzo proveniente dagli esercizi anteriori. Gli esiti del contraddittorio preliminare al giudizio, che si è svolto con l’approfondimento di tutti i profili finanziari dell’esercizio in esame, confermano la permanente sussistenza di aree gestionali sulle quali è necessario accelerare la già avviata e significativa collaborazione istituzionale tra la Corte dei conti e la Regione siciliana, in posizione di reciproca indipendenza discendente dalla diversità delle attribuzioni e delle competenze esercitate (C. cost. 184/2022), con specifico riferimento alle riforme strutturali (v. rif. dirigenza e società partecipate) ed alla spesa d’investimento nel contesto previsto dall’Accordo con lo Stato per il piano di rientro dal disavanzo e dal PNRR, il quale comprende il miglioramento dei servizi sanitari regionali a superamento degli evidenti deficit qualitativi documentati dal nuovo sistema di valutazione (NGS-Nuovo Sistema di Garanzia) elaborato dall’Agenas per la misurazione dei LEA e dai dati finanziari inerenti alla mobilità sanitaria cd. passiva».

«La richiesta avanzata dal procuratore generale della Corte di sollevare la questione di legittimità costituzionale, con riguardo al ripiano del disavanzo, e di conseguenza sospendere il giudizio, o, in subordine, di sospendere il giudizio in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità costituzionale sollevata nel decorso giudizio di parificazione per l’esercizio 2020, appare del tutto infondata ed incoerente con il quadro normativo sopra richiamato». Così il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, nel suo intervento all’adunanza pubblica della sezione di controllo della Corte dei Conti per il giudizio di parificazione del rendiconto della Regione per il 2021.«Non intendo in questa sede entrare nel merito in ordine la questione di costituzionalità della norma di attuazione, attualmente al vaglio della Corte Costituzionale, rammentando tuttavia che la commissione paritetica prevista dallo statuto regionale ha già deliberato di abrogarla, in ossequio ai rilievi delle Sezioni riunite di codesta Corte e alla luce della novella legislativa introdotta dal legislatore nazionale con l’art. 1 commi 841 e segg. della legge n. 197 del 29 dicembre del 2022 – ha detto Schifani – Inoltre, l’ufficio legislativo finanze e l’ufficio legislativo economia del ministero dell’Economia e delle finanze hanno già reso i rispettivi favorevoli pareri sul disegno di legge di abrogazione proposto dalla commissione paritetica, già inviati a codesta Corte dei Conti, e pertanto questo sarà a breve oggetto di approvazione da parte del Consiglio dei ministri. La prossima abrogazione dell’articolo 7 del decreto legislativo 158/2019, oltre a fare chiarezza sul quadro normativo che disciplina le modalità di recupero del disavanzo dell’esercizio finanziario 2018, consentirà alla Regione di chiedere alla Corte Costituzionale di dichiarare la cessazione della materia del contendere».Per il governatore «ne discende, pertanto, che, in ogni caso, la disciplina che, dalla data di approvazione del rendiconto della Regione dell’esercizio finanziario 2021, regola il recupero del disavanzo dell’esercizio finanziario 2018 non può che essere quella contenuta nell’articolo 1, comma 841, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, norma primaria ritenuta necessaria da codesta Corte con la quale ‘… a decorrere dall’esercizio 2023, la Regione siciliana è autorizzata a ripianare entro il limite massimo di otto anni il disavanzo relativo all’esercizio 2018 e le relative quote di disavanzo non recuperate alla data del 31 dicembre 2022, secondo le modalità definite con l’accordo tra il Ministro dell’economia e delle finanze e il Presidente della Regione siciliana sottoscritto in data 16 ottobre 2023’».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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