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La strategia di Macron (utile all’Italia): arruolare la Meloni nell’Ursula bis

Era prevedibile che, dopo la stagione dei forti conflitti con il premier italiano, Macron assumesse un'iniziativa pacificatrice. Anche la Meloni, del resto, si era resa conto che con il governo francese andavano ristabiliti buoni rapporti, soprattutto dopo la crisi diplomatica verificatasi tra il governo italiano e quello tedesco per i finanziamenti della Germania alle Ong

Di Salvo Andò |

Non poteva non destare sorpresa il colloquio, non programmato, svoltosi tra Meloni e Macron a Palazzo Chigi, subito dopo i funerali di Napolitano. Era prevedibile che, dopo la stagione dei forti conflitti con il premier italiano, Macron assumesse un’iniziativa pacificatrice. Anche la Meloni, del resto, si era resa conto che con il governo francese andavano ristabiliti buoni rapporti, soprattutto dopo la crisi diplomatica verificatasi tra il governo italiano e quello tedesco per i finanziamenti della Germania alle Ong.

Si trattava, insomma, di trovare una sponda nell’altra grande nazione dell’Ue , una volta che i rapporti con la Germania sembrano destinati a produrre uno scontro definitivo, o quasi , sul tema dei migranti.Meloni e Macron hanno parlato del futuro dell’Unione e, in particolare, delle possibili alleanze da fare dopo le elezioni europee. Su questi temi, il presidente francese ha fatto un discorso molto realistico al nostro premier. Più o meno, ha chiesto alla Meloni che cosa vuole fare da grande in Europa, una volta che ha conquistato la guida del governo. Non esiste, ha spiegato Macron, nessuna possibilità che si possa avere un governo della destra In Europa.

L’obiettivo dei governi francese e tedesco, e dei loro alleati più sicuri, è quello di lavorare a un modello Ursula bis. Stando ai sondaggi, ci sono i numeri per realizzare questo disegno.Si tratta, adesso, di dare a questa maggioranza una consistenza e una stabilità tale da evitare sorprese. Macron ha chiesto alla Meloni di essere della partita non come entità aggiuntiva ma come alleato che concorra a pieno titolo al rafforzamento dell’alleanza che dovrà governare l’Ue.

E’ questa una proposta, che, se accolta, pare destinata a cambiare la fisionomia politica del governo italiano, rendendo inevitabilmente marginale il ruolo di Salvini, che si è scelto come sodali gli autocrati dei Paesi dell’est.

C’è da capire cosa potrebbe ottenere la Meloni da questa alleanza. Ma non occorre un grande sforzo di fantasia per immaginare che, se questo progetto dovesse andare avanti, molte delle rivendicazioni dell’Italia, finora non prese neppure in considerazione dai nostri maggiori partner europei, potrebbero essere oggetto di trattativa.

L’iniziativa di Macron certamente tende a rafforzare in Francia la maggioranza che lo sostiene e ad indebolire In Europa Marine Le Pen, la sua principale competitrice. Ma pare evidente che questo progetto convenga anche all’Italia . Il presidente francese ha ragione quando dice che sarebbe inspiegabile che, di fronte a questa offerta di collaborazione, l’Italia assumesse pregiudizialmente una posizione isolazionista, quando esistono tutte le condizioni perché essa possa avere un ruolo rilevante in Europa, specie ora che l’Italia deve discutere con i suoi partner europei dossier decisivi per il Paese.

Sicuramente, al premier occorrerà del tempo per valutare i pro e contro dell’offerta fattale dal leader francese. Dovrà tener conto delle opinioni che saranno espresse dai suoi alleati. È tuttavia prevedibile che troverà un largo consenso nella coalizione. Saranno sicuramente entusiasti del progetto a cui lavora Macron quelli di Forza Italia, ma anche i diversi gruppi centristi , che delle sortite destabilizzanti di Salvini hanno le tasche piene. Si metteranno prevedibilmente di traverso alcuni famigli di Salvini, che potrebbero rompere l’alleanza su cui si regge il governo. Eppure le esperienze passate dovrebbero indurli alla prudenza: eventuali elezioni anticipate potrebbero produrre una situazione di anarchia all’interno del Carroccio.

Insomma, la prospettiva di una larga alleanza a livello europeo potrebbe collocare l’Italia stabilmente all’interno della cabina di regia dell’Ue, rendendo il governo italiano più autorevole, così come lo era ai tempi del governo Draghi. L’idea di un possibile rilancio del processo di integrazione pare essere in linea con le aspirazioni di coloro che non sono disposti a muoversi in direzione di una radicalizzazione del conflitto politico.

Si tenga poi conto del fatto che la scelta politica compiuta da Salvini di stabilire rapporti privilegiati con il gruppuscoli, i movimenti, che in Europa manifestano disprezzo per i diritti umani e la democrazia ed esaltano riti e miti del nazifascismo, non potrà essere a lungo tollerata da una destra moderata che esprime una sicura cultura di governo . La verità è che Salvini vuole dimostrare di essere in grado di condizionare i giochi della politica europea, disponendo di una coalizione, anche se screditata e marginale.

La Meloni, se il progetto di Macron dovesse andare avanti, all’interno di un’alleanza di governo liberaldemocratica potrebbe rappresentare la sponda moderata che rifiuta posizioni barricadere, nostalgiche, negazioniste. Certo, potrebbe perdere qualcosa alla sua destra, ma si tratta di una destra impresentabile, inconcludente e che comunque ha già deciso di mettersi in proprio.*Costituzionalista, è presidente nazionale di Lab DemCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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