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Clima: ‘Ultima generazione’ blocca stamani due strade a Roma

Via Salaria e viale Marco Polo con striscioni'No gas,no carbone'

Di Redazione |

ROMA, 12 OTT – Gli attivisti di ‘Ultima Generazione’ questa mattina sono tornati a bloccare le strade di Roma “per ottenere azioni immediate dalla politica per arginare la crisi eco-climatica”. Il doppio blitz è avvenuto intorno alle 8: in via Salaria, incrocio via Grottazzolina, e in via Marco Polo, in direzione Piramide. Con lunghi striscioni con scritto “No gas, no carbone”, si sono seduti al centro delle carreggiate bloccando le prime auto e creando file di vetture “Nel giro di mezz’ora – hanno spiegato in una nota – in entrambe le localizzazioni sono intervenute le Forze dell’Ordine, portando via gli attivisti”. “Faccio questo perché credo – ha spiegato Filippo che stamani era in via Salaria – sia necessario un gesto dirompente per portare l’attenzione su un problema enorme, che avrà grave impatto sulla vita di ogni persona. Non vorrei essere costretto a fare questo, allo stesso tempo credo che il disagio provocato da un blocco stradale sia minimo in confronto ai disastri che le vite delle persone saranno costrette a subire a causa del collasso climatico imminente. Il nostro è un gesto di speranza”. La decisione di fare “i due blocchi stradali – sottolineano – è arrivata dopo 33 giorni totali di sciopero della fame, rimasto inascoltato da parte dei segretari di partito, e dopo due blocchi stradali, a Milano e a Padova, avvenuti settimana scorsa, il 6 ottobre”. “Facciamo lo sciopero della fame – ha detto Alessandro uno dei giovani da 26 giorni in sciopero della fame – e nessuna risposta seria e umana da parte della politica. Sit-in sotto Montecitorio: ancora niente. Lettere e missive consegnate di persona ad ambasciatori sconosciuti come fossimo nell’Ottocento. Silenzio assoluto. Allora si scende in strada!”. Le richieste di Ultima generazione sono: un incontro pubblico con Letta, Salvini, Meloni e Conte in cui parlare apertamente della crisi climatica e sociale e la firma di un accordo che sancisca l’impegno della forza politica a formare un Decreto Legge contro la riapertura di ogni centrale di idrocarburi su suolo nazionale entro un mese dall’eventuale insediamento al governo.

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