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La Formazione professionale in Sicilia

La Formazione professionale in Sicilia «I corsi al via ad agosto… Speriamo»

Intervista con l’assessore Lo Bello sui ritardi dell’istruzione

Di Lillo Miceli |

PALERMO – L’assessore alla Formazione professionale, Lo Bello, sulla quale ricade anche il compito dell’istruzione della formazione obbligatoria per i ragazzi che non intendono proseguire gli studi, pur riconoscendo i ritardi accumulati su questo versante (non sono ancora partiti due corsi relativi al terzo anno) anche per la lentezza dei trasferimenti del governo nazionale, respinge l’ipotesi di commissariamento della Regione per inadempienza.   Assessore, vuole spiegare il meccanismo che regola i corsi d’istruzione e formazione professionale (Iefp)? «L’assessorato nel mese di gennaio emana la circolare sulle iscrizioni ai corsi nella modalità di pre-iscrizione, chiedendo alle famiglie di compilare la richiesta individuando due istituti scolastici, o due enti di formazione, ed esplicitando che i corsi Iefp saranno finanziati in base alle disponibilità di risorse sui capitoli di competenza. Inoltre, impone ai legali rappresentanti degli enti, qualora non vengano finanziati i percorsi, d’indirizzarli presso gli istituti professionali scelti in subordine dalle famiglie. Il sistema dei corsi, infatti, individua due soggetti attuatori: gli istituti professionali di Stato con offerta formativa in sussidiarietà integrativa (con organico di diritto) e gli enti di formazione in sussidiarietà complementare. Pertanto, sia il genitore sia l’ente, per la mancata disponibilità sui capitoli, hanno l’obbligo d’iscriverli agli istituti professionali».   Ma gli enti non lo fanno. In questo caso, la Regione non ha la possibilità d’intervenire d’ufficio? «Quando un genitore iscrive il figlio, a noi rimane il compito di finanziare i corsi. Ma se, per mancanza di finanziamenti, non si avviano, gli enti si tengono i ragazzi stretti. Ritardi ci sono sempre stati, ma mai come quest’anno. L’attuale meccanismo non consente di far partire i corsi nello stesso periodo dell’istruzione ordinaria. Anche se dal prossimo settembre proveremo a farlo».   Con le iscrizioni effettuate già a gennaio, è così difficile organizzare in tempo i corsi? «Gli enti non cominciano se non c’è prima il decreto di finanziamento; decreto che non può essere adottato per mancanza di risorse. Le faccio un esempio: il finanziamento degli Iefp 2014-15 ammontava, per il 2014, a circa otto milioni di euro. Solo a gennaio dello scorso anno il ministero del Lavoro ha inviato le risorse relative al 2012. Soldi che hanno consentito di avviare i corsi del primo e del secondo anno. Restano ancora da mettere in carreggiata due corsi del terzo anno che finanzieremo con i fondi del Po Fse 2014-20. Il prossimo 9 giugno ci sarà comitato di sorveglianza e ciò ci consentirà di utilizzare queste risorse. Per il futuro, eviteremo queste discrasie».   Quindi, esclude il pericolo di commissariamento? «Non sta in piedi l’ipotesi, sostenuta dal sottosegretario Faraone e dal professor Cariola, in quanto in materia abbiamo competenza esclusiva. Forse lo studioso dovrebbe conoscere meglio la macchina amministrativa, mentre Faraone dovrebbe studiare di più. Ci ha criticato sull’Anagrafe scolastica ma, quando mi sono insediata, ho dovuto ricominciare da zero, anche perché nel frattempo la Regione Toscana aveva messo a punto un programma che abbiamo adottato e che, già fra qualche settimana, ci consentirà di avere dati precisi. Per quanto riguarda gli edifici scolastici, sono i Comuni che spesso non partecipano ai bandi. Ormai evocare il commissariamento della Regione è diventata una moda».   Torniamo ai corsi. Quando potranno cominciare quelli per il terzo anno? «Ad agosto. Ma i corsi del primo anno cominceranno a settembre. Speriamo».   Il presidente della Regione, Crocetta, ha detto: “Ai giovani bisogna dare un sostegno sociale; alla mafia va sottratto il controllo del territorio. I ragazzi che interrompono gli studi provengono per la maggior parte da quartieri ad alto rischio di devianza… ” «Il presidente ha ragione. I genitori, constatato che i corsi negli enti non partono, dovrebbero iscrivere i propri figli negli istituti professionali di Stato. Ma gli enti spesso trattengono i ragazzi. Così viene a mancare la risposta occupazionale».   Dopo le varie sentenze del Tar, quali iniziative state adottando per correre ai ripari? «Per quanto riguarda la sentenza favorevole all’ente “Ted”, stiamo aggiornando la convenzione con il Ciapi di Priolo. C’era anche una questione di accreditamenti che devono essere firmati dal presidente della Regione: il relativo regolamento è stato già inviato al Cga in sede consultiva. Per quanto riguarda la cessione di un ramo del Cefop al Cert, martedì prossimo avremo un incontro al ministero dello Sviluppo economico. L’Avvocatura dello Stato era di ben altro parere, ma le sentenze vanno rispettate. Dopo l’estate all’Ars andrà in discussione il ddl di riforma della Formazione professionale: per finanziare l’Avviso del prossimo anno si ricorrerà a una norma-ponte».

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