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La lezione di Daphne Caruana Galizia e la lotta dei figli per la giustizia

Di Redazione |

ROMA – «Mia madre non ritornerà mai più a vivere. L’unica cosa che ora possiamo fare è imparare una lezione dalla sua morte: è l’unico modo per fare sì che quello che è accaduto a noi, a lei, alla nostra famiglia e al suo Paese, che è negativo, diventi positivo per il resto del mondo. Questa è la cosa che abbiamo cercato di fare, la lotta per la giustizia è la nostra precedenza, ma anche condividere la responsabilità. Lo Stato ha la responsabilità di arrivare alla giustizia e lo Stato non imparerà la lezione se questa non arriverà dall’opinione pubblica, che ha imparato dall’esperienza di mia madre». Così Andrew Caruana Galizia, figlio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista d’inchiesta maltese uccisa da un’autobomba il 16 ottobre 2017, ospite con i due fratelli Matthew e Paul e con Roberto Saviano a Che Tempo Che Fa su Rai2.

Matthew, Andrew e Paul sono stati ospiti da Fabio Fazio in occasione dell’uscita in Italia del libro «Dì la verità anche se la tua voce trema», nella collana Munizioni curata da Saviano. «Uno dei motivi per cui questo libro è così importante per tutti noi è che io credo che faccia capire che nostra madre non era un’eroina, non era invincibile, era un essere umano, era colei che ha trovato un senso in tutto quello che ha fatto. Non è mai stata cinica ed è la cosa più importante che possiamo imparare: mai essere cinici, perché se siamo cinici non diamo nessun contributo alla risoluzione dei problemi della società».

CHI ERA DAPHNE CARUANA GALIZIA

Il 16 ottobre 2017 una bomba piazzata sotto la sua auto metteva fine alla vita della cronista investigativa maltese Daphne Caruana Galizia. Due anni anni dopo, l’omicidio resta ancora senza un vero colpevole (anche se sono già in carcere i tre pseunti autori dell’omicidio e alcuni mesi circolava la voce che i mandanti sarebbero già stato individuati) e in tanti chiedono che Malta faccia luce sulla vicenda. La reporter, morta a 53 anni, aveva indagato sui cosiddetti ‘Malta Files’, ramo dei ‘Panama Papers’, lo scandalo sui paradisi fiscali emerso nel 2016. E aveva rivelato un volto segreto del piccolo Stato, sfigurato da mafie, fiumi di soldi di ogni provenienza e polizia non indipendente.

Le inchieste di Caruana Galizia coinvolsero anche istituzioni, ministri e toccarono persino la moglie del premier Joseph Muscat, accusata di essere proprietaria di una società offshore panamense e di presunti legami finanziari con il regime azero. I Muscat e il loro entourage furono poi scagionati da ogni sospetto dalla procura maltese a luglio dello scorso anno.

Nel frattempo, con interviste e interventi sui media, i figli della donna hanno continuato a tenere alta l’attenzione sul caso e a chiedere che si arrivi alla verità sulla sorte della madre, puntando il dito contro la corruzione diffusa del Paese e contro un sistema denunciato come “mafioso”.

L’omicidio di una giornalista in uno Stato dell’Ue aveva suscitato sconcerto nell’Unione europea: da Bruxelles partì per Malta anche una delegazione dell’europarlamento, per raccogliere elementi sullo stato di diritto nel Paese. Poi, alla morte di Daphne si aggiunse quella di un altro cronista d’inchiesta: Jan Kuciak, ucciso in Slovacchia a febbraio. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA