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Giavellotto: Giusi Parolino insultata in spiaggia

Di Gaetano Ravanà |

«Pronto polizia? C’è una donna sulla spiaggia che lancia un arnese pericoloso». La donna è Giusi Parolino, ritenuta una eccellenza dell’atletica italiana, mentre l’arnese “pericoloso”, altro non è che il suo giavellotto. A chiamare il 112, una coppia di coniugi infastidita dalla presenza, in un “pezzo” di spiaggia, dell’atleta agrigentina, impegnata in una seduta di allenamento. Parolino è stata insultata e presa a male parole da marito e moglie. E’ successo ieri mattina sull’arenile della località balneare di San Leone. A distanza di ore, la campionessa dei record, è ancora incredula per lo spiacevole episodio. «Ma sai una persona che di domenica mattina si alza alle 5. Per allenarsi dalle 6, alle 7.30, e viene insultata da due signori, marito e moglie non è una bella cosa – racconta Parolino -. Nel frattempo tantissime persone si sono fermate a prendere le mie difese, dicendo ai due signori, che si dovevano vergognare». L’atleta, da diversi anni si allena sulla spiaggia agrigentina. Una scelta forzata per la mancanza di strutture e aree idonee ad Agrigento, per svolgere l’attività sportiva del lancio del giavellotto, e prepararsi alle gare. Come consuetudine, ieri, già di primissimo mattino era sull’arenile a correre, e a lanciare il suo giavellotto. Si trovava sulla sabbia della prima traversa dei lidi balneari di Agrigento. Da li a poco sulla spiaggia è giunta una coppia, la quale, all’improvviso ha cominciato a lanciare insulti all’indirizzo della Parolino, che ha mantenuto la calma, continuando ad allenarsi regolarmente. Poi gli insulti sono diventati quasi un vero e proprio “attacco”, seguito da una telefonata, di marito e moglie, al numero unico di emergenza. Sul posto sono accordi i poliziotti della sezione Volanti, che hanno preso le generalità dell’atleta, e della coppia. Successivamente ognuno di loro ha fornito la propria versione dei fatti. «Una spiaggia lunga 6 km. e quei signori si credono in diritto di offendere, e decidere dove una persona deve allenarsi. Non solo il danno, anche la beffa», conclude la campionessa.

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