Notizie Locali


SEZIONI
Catania 14°

«Non vogliamo andare in Mozambico»

«Non vogliamo andare in Mozambico» A Gela la protesta dei lavoratori dell’Eni

Duemila lavoratori in corteo: no alla chiusura della raffineria

Di Redazione |

GELA – Aperto da un polemico striscione con la scritta «Non vogliamo andare in Mozambico», un corteo di mille lavoratori ha sfilato, a Gela (Cl), dalla raffineria all’imbocco della strada a scorrimento veloce per Catania, in segno di protesta contro l’annunciato disimpegno dell’Eni. Si sono registrati inevitabili rallentamenti del traffico stradale e disagi tra i viaggiatori. «In Mozambico l’azienda va ad investire 50 miliardi – dicono, con rabbia, i dimostranti – mentre a Gela taglia investimenti per 700 milioni e migliaia di posti di lavoro». Qui nessuno si fida delle rassicurazioni pronunciate dall’amministratore delegato, Claudio Descalzi, secondo il quale l’Eni non intenderebbe né chiudere lo stabilimento né ridurre i posti di lavoro ma diversificare la produzione con investimenti anche più consistenti. «Lo dicevano anche lo scorso anno – puntualizzano i vertici dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl – quando hanno richiesto sacrifici, affrontati subito, in cambio di investimenti di là da venire e ora d’un colpo cancellati». «Chiediamo che il governo convochi le parti e che si faccia garante con l’Eni di un serio progetto di lavoro, occupazione e sviluppo per Gela e per la Sicilia». Le maestranze in lotta hanno intensificato i blocchi lungo le vie di accesso alla raffineria e creato un nuovo presidio in contrada «Ponte Olivo», davanti alla sede siciliana di Enimed, la consociata dell’Eni che effettua ricerche e sfruttamenti dei giacimenti di gas e petrolio. L’obiettivo è quello di arrivare a bloccare l’attività estrattiva dei pozzi. Per domani, sono in programma presidi e volantinaggi alle vie di accesso della città, mentre il 28 luglio, le segreterie confederali provinciali di Cgil, Cisl e Uil, hanno proclamato uno sciopero generale territoriale, con manifestazione e corteo che si terranno a Gela. Cgil, Cisl e Uil di Gela esprimono «forte preoccupazione per i 3.500 posti di lavoro a rischio, tra diretto e indotto. E per la tensione sociale che sale». Il 29, invece, scenderanno in lotta le maestranze di tutti i siti delle aziende Eni in Italia per lo sciopero nazionale di comparto con manifestazione a Roma. Dalla Sicilia è prevista la partenza di decine di pullman.

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
Di più su questi argomenti: